AgenPress. Si è aperta con una doppia dichiarazione spontanea – “una breve e una più corposa” – del cardinale Angelo Becciu la cinquantaduesima udienza del processo in Vaticano per la gestione dei fondi della Santa Sede.
La seconda dichiarazione di Becciu ha riguardato invece il carteggio tra il porporato sardo e il Papa, prodotto dal promotore di Giustizia Alessandro Diddi nell’udienza del 9 marzo scorso.
Dalle tre missive depositate agli atti, emergeva come Becciu avesse chiesto a Francesco di scagionarlo dall’accusa di averlo “imbrogliato”, dichiarando che era stato lui stesso – il Papa – ad autorizzare l’allora sostituto per le vicende del palazzo di Londra e dei pagamenti alla manager sarda Cecilia Marogna. Becciu domandava quindi al Pontefice di ritrattare alcune precedenti affermazioni in cui ribadiva “il pronunciamento negativo” per entrambe le operazioni.
“Non sono un manipolatore, non ho mai manipolato nessuno, tantomeno il Santo Padre”, ha chiarito il cardinale, sottolineando che questo scambio di lettere era destinato a rimanere privato dal momento che conteneva “indicazioni sensibili” sulla cosiddetta “operazione umanitaria”, cioè la liberazione di una suora colombiana rapita in Mali. Vicenda per la quale il Papa aveva sollevato Becciu dal segreto pontificio. Il cardinale aveva quindi ritenuto opportuno, “per sensibilità istituzionale e a tutela della Santa Sede”, di non diffondere tali lettere.
Una volta finite agli atti, il porporato ha però voluto chiarire che Diddi ha divulgato “in maniera parziale” la corrispondenza. Mancava cioè una prima lettera, firmata da Becciu e datata il 20 luglio, che faceva seguito a una telefonata del giorno prima in cui il Pontefice avrebbe chiesto direttamente al suo ex collaboratore di mettere per iscritto dei testi da sottoporgli ed eventualmente firmare. “Come mi ha chiesto, le invio le due dichiarazioni da firmare quanto prima perché dovrò depositarle in Tribunale”, si legge nella missiva riprodotta da Becciu.
In altre parole, stando al cardinale, l’iniziativa di scrivere le due note sarebbe stata del Papa stesso. Francesco, però, nelle successive lettere esordiva scrivendo di essere rimasto “sorpreso” dalla richiesta di Becciu. Quelle parole mi hanno “disorientato”, ha detto il porporato, come pure il resto del testo scritto, a suo dire, con una terminologia diversa da quella abitualmente usata da Francesco.