PNRR: bisognava mettere in condizioni le Regioni di esercitare un ruolo, invece sono state scavalcate

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AgenPress. Bisognava mettere in condizioni le Regioni di esercitare un ruolo, invece le Regioni sono state scavalcate”. Sul PNRR il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, ritiene che i ridardi derivino da una precedente mancata strategia.
“I fondi del Pnrr arrivano all’Italia – spiega Marsilio – perché c’è un Mezzogiorno in ritardo, il peso di queste regioni, ancora nell’obiettivo 1, fa crescere il montante di soldi che l’Europa ci riconosce per colmare il divario. Se poi, invece, si danno a regioni o comuni che già viaggiano, alla regioni che stanno già avanti, il divario aumenta. L’errore strategico di partenza del governo Conte fu non aver individuato una strategia precisa”.
“Ci sono amministrazioni con una debolezza strutturale, non si può chiedere ai piccoli comuni, che fanno fatica a gestire l’ordinario, che non hanno neanche un segretario comunale, di inventarsi un’efficienza svizzera per progettare le meraviglie del creato, non è realistico – aggiunge Marsilio – C’è stata più l’ansia di dire ‘prendiamo un sacco di soldi’ senza sapere come spenderli, un mare di progetti, alcuni anche fantasiosi. Bisognava mettere in condizioni le Regioni di esercitare un ruolo, invece le Regioni sono state scavalcate, indirizzi e parametri su come impiegare questi soldi sono arrivati dal ministero”.
Mentre il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ribadisce: “La cosa principale è cercare di capire chi sarà in grado di realizzare le opere e chi invece non sarà in grado di farlo e, allora, magari cercare di spostare quelle risorse a chi ha già i progetti e potrebbe realizzarli”.
“Come Regioni – conferma Fontana quanto sostenuto da Marsilio  – lo diciamo fin dall’inizio: avrebbe dovuto esserci maggiore coinvolgimento diretto delle Regioni, che avrebbero sicuramente contribuito a dare una mano sostanziale per la messa a terra del Pnrr”.
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, evidenzia che “se vogliamo far decollare il Pnrr bisogna decidere che le valutazioni di impatto ambientale, di impatto strategico, i pareri delle Soprintendenze e delle commissioni varie devono arrivare entro un limite di giorni, non voglio estremizzare ma bisogna andare verso un modello cinese”.
“Altrimenti noi in due anni un acquedotto non lo costruiamo, sui tracciati delle infrastrutture se seguiamo la strada dei dibattiti pubblici, le assemblee dei cittadini e le riunioni. Bisogna che draconianamente si decida che alcune opere sono strategiche e la realizzazione passa sopra anche a legittimi diritti”.
Bene il nuovo Codice degli appalti, “ma il tema non è solo il Codice degli appalti, bisogna pensare alle Conferenze dei servizi e a tutti gli enti che si devono esprimere su ogni singolo progetto”.
“Tutti i fondi europei devono essere assegnati, ci si impegni a spenderli entro un determinato periodo, se non vengono spesi si definanziano automaticamente e vadano a chi ha progetti pronti”.
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