AgenPress. Giancarlo Lehner, giornalista ed ex politico del PDL, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotto da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani su Radio Cusano Campus.
Sulle condizioni di Berlusconi. “Io sono abbastanza preoccupato. Anche se sento parlare in maniera ottimistica, bisogna stare in guardia perché Silvio sta male. Io sono amico sincero di Silvio da ben 38 anni. Ci siamo conosciuti nel 95, attraverso Craxi perché io ero accanto a Bettino che è stato il ponte tra me e Berlusconi. Io chiesi a Bettino di conoscere Silvio e gli domandai: “Come mai hai dato tanto aiuti a Berlusconi e alle sue tv?” e lui rispose: “Io non ho dato aiuto tanto a Berlusconi quanto al telecomando, perché in questa Italia statica tra Dc e PCI, il telecomando potrebbe essere l’arma per smuovere un po’ il Paese culturalmente”.
Qualcuno ha detto che Berlusconi era amico di Craxi in maniera strumentale, questo è falso. Io ero a colloquio con Silvio Berlusconi, a un certo punto entra la segretaria storica di Berlusconi Marinella e annuncia la morte di Craxi. A quel punto ci siamo abbracciati io e Silvio, abbiamo pianto a lungo, a singhiozzi, perché eravamo entrambi amici veri di Craxi. Silvio ha pianto sulla mia spalla, avevo la giacca bagnata di lacrime. L’idea che Silvio Berlusconi facesse un partito fu proprio di Craxi, chi ha scritto che Craxi fosse contrario ha scritto il falso. Craxi glielo suggerì perché Bettino aveva compreso la forza della tv, aveva compreso quanto avesse un’influenza sul popolo italiano e quindi Berlusconi era l’unico in grado di fondare un partito che avesse consenso in quel momento storico”.
Sul futuro di Forza Italia.
“Io penso che Forza Italia sia Silvio Berlusconi. Altre strade non le vedo. Non c’è un successore a Silvio Berlusconi. L’unica chance che ha FI di andare avanti è che Silvio Berlusconi viva ancora a lungo, finito Berlusconi finisce FI. Marina? Probabilmente l’unico successore potrebbe essere Marina, che però ha in mente altre cose”.
Sull’odio contro Berlusconi.
“Berlusconi è stato oggetto di tanto amore, ma anche di tanto odio. Un dirigente del Pd disse: possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Silvio Berlusconi? Un altro scrisse: uccidiamo a badilate Silvio Berlusconi. Questo è interessante perché il comandante partigiano Rocca è famoso perché usava uccidere i fascisti prigionieri a colpi di pala, squartandoli. Questo lo raccontò Bocca”.
Sull’amicizia tra Berlusconi e Putin.
“Putin ha un valore dell’amicizia fortissimo. E’ sicuramente un uomo spietato, ma è veramente amico con Silvio Berlusconi e questo spiega perché Silvio sia affezionato a Putin. Un giorno Putin mi chiamò alle 6 del mattino e mi disse che aveva avuto il mio nome perché ero l’unico in grado di fare una cosa. Mi disse: siccome sono molto amico con Berlusconi e siccome verrà per la prima volta in visita a Mosca, voglio fargli un dono originale, voglio che trovi una biografia in russo per Silvio Berlusconi e bisogna che lei la scriva. Berlusconi chiese se l’avesse scritta Lenin perché in cirillico il mio nome somiglia a quello di Lenin. Putin è spietato perché pensa di essere in nuovo zar ed è impegnato a costruire il suo impero. Io ho molta paura perché credo che Putin un’atomica tattica almeno la userà, ne sono abbastanza sicuro e credo che questa idea ce l’abbia anche Silvio, per questo lui vorrebbe che si arrivasse a un compromesso”.