Superbonus. Castellone (M5s), menzogne Meloni nascondono tagli. Polverizzata ogni promessa elettorale

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AgenPress – “Nei decenni passati abbiamo conosciuto i tre principali pilastri dell’austerità: privatizzazioni, precarizzazione selvaggia del lavoro, avanzo primario di bilancio, con un’Italia ridotta allo stato larvale, con salari reali in diminuzione e con una crescita a dir poco asfittica. Dopo appena 10 mesi di (non) governo, e alla vigilia della Legge di bilancio, l’Esecutivo li ha riesumati tutti, polverizzando ogni promessa elettorale e professione di sovranismo”.
Lo scrive in un post su Facebook Mariolina Castellone (M5S), vicepresidente del Senato.
“Per nascondere tutto questo, purtroppo, oggi Giorgia Meloni non ha saputo far altro che raccontare l’ennesima menzogna sul Superbonus, i cui presunti sprechi costringerebbero il Governo a non poter disporre di molte risorse.
Ebbene, la Guardia di finanza, nell’ultimo rapporto annuale, ha certificato che i crediti fiscali inesistenti legati al Superbonus hanno pesato solo per 360 milioni, ovvero lo 0,5% del valore di tutti i crediti fiscali legati al Superbonus. La verità, come ammesso dallo stesso consigliere economico di Giorgetti in uno studio, è “che se si considera adeguatamente l’effetto di retroazione fiscale, l’impatto del Superbonus sulle finanze pubbliche è addirittura positivo, nel senso che l’incremento di Pil generato comunque a debito, cioè facendo deficit, sarebbe superiore all’impatto sul debito, migliorando in termini percentuali il rapporto debito-pil”.
1.Privatizzazioni. Alla faccia della difesa delle infrastrutture strategiche, alla faccia del tanto sbandierato patriottismo economico, il Governo Meloni, attraverso il ministro degli esteri e vicepremier Tajani, ha proposto la privatizzazione dei porti italiani. Una proposta sciagurata, che prelude alle svendita per pochi spiccioli di asset strategici e segue di poco il regalo dell’ex Alitalia ai tedeschi, con buona pace delle ipocrite dichiarazioni elettorali sull’italianità della compagnia di bandiera da difendere a ogni costo.
2.Precarizzazione del lavoro. In perfetta linea di continuità con gli interventi di metà anni ’90 e primi anni Duemila, con il Dl ‘Lavoro’ del primo maggio il Governo ha proseguito quella politica di svalutazione e precarizzazione lavorativa tanto cara alla dottrina neoliberista, che il M5S era riuscito a interrompere con il Dl Dignità. E poi ascoltiamo autorevoli esponenti della maggioranza parlare a vanvera di una Manovra che deve puntare contro la denatalità. Ma in che modo, se si amplificano lavoro povero, precarietà, per giunta ostinandosi a non approvare subito una legge sul salario minimo come proposto da 10 anni dal M5S?
3.Avanzo primario. E’ un termine tecnico, che deve semplicemente essere tradotto con ‘tagli’. Il Governo Meloni se l’è già dato come obiettivo, da raggiungere a tappe forzate, nell’ultimo Def. Con la conseguenza, per esempio, che sono già tanti i capitoli di spesa su cui è stata calata la scure. Pensiamo alla sanità, emergenza numero uno del Paese. Con il Governo Conte II il M5S era riuscito a portare la spesa sanitaria ben oltre il 7% del Pil nel 2020 e nel 2021. L’Esecutivo Meloni, nei documenti ufficiali, ha già programmato di ridurla al 6,3% nel 2024 e al 6,2% nel 2025. Eppure la pandemia aveva avviato quel cambio di paradigma che l’attuale Governo avrebbe dovuto difendere con le unghie e con i denti.
Non sarà così, purtroppo, perché siamo al cospetto di un centrodestra reazionario, neoliberista e microcorporativo. Di fronte a forze politiche che intendono riportare il Pese al buio, il M5S farà di tutto per illuminare le tante forze della società, dell’economia e del lavoro che vogliono un Paese diverso”.
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