AgenPress. Il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, ha definito Caivano “un inferno”, per evidenziare lo stato in cui sono costrette le persone che ci vivono. L’inferno, però, è il luogo nel quale si scontano pene da pagare per le proprie colpe, mentre la maggior parte di coloro che vivono a Caivano o in periferie simili e si trova costretta a vivere o ad assistere impotente ad episodi di spietata violenza ed inaccettabile crudeltà, colpe non ne ha nessuna.
Le colpe sono, invece, di un politica, indegna di questo nome, che non ha voluto o saputo mettere in campo soluzioni neanche quando, diversi anni addietro, in quegli stessi luoghi, una bambina di pochi anni, veniva violentata e scaraventata giù da un balcone. Quale altra evidenza serviva per comprendere l’urgenza di adeguati interventi? Cosa poteva esserci di più drammatico? Quanto cinismo può esserci in coloro che, in merito ad una tragedia come quella della piccola Fortuna, hanno voltato pagina senza sentire il peso della responsabilità a cui erano chiamati a rispondere? Caivano e le tante altre simili periferie non sono, dunque, “un inferno”, sono l’evidenza di chiare responsabilità di una rappresentanza politica mediocre che ha fallito in ragione della propria inadeguatezza.
Nessuna società, probabilmente, potrà mai eliminare l’esistenza di “ultimi”, ma questa è cosa ben diversa da una società “civile” che non riesce a consentire agli “ultimi” condizioni di vita quantomeno accettabili e dignitose. Non sappiamo se credere nella consolante speranza che un giorno gli ultimi saranno i primi ed i primi ultimi, una certezza però l’abbiamo, ed è che la mediocrità resterà sempre tale, e che questo nostro complesso e complicato tempo ha tanto bisogno di una politica che non sia tale.
Francesca Straticò Presidente Federazione Civici Europei