AgenPress – Francesco Le Foche, noto immunologo romano, è stato pesantemente aggredito da un suo paziente di 36 anni con precedenti penali, nel suo studio di via Po, nel quartiere Salario e a pochi passi da Villa Borghese. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, che ha fermato l’aggressore per l’accusa di tentato omicidio, il paziente contestava all’immunologo di avere sbagliato diagnosi e cura della infezione alla colonna vertebrale di cui era convito di essere affetto.
Il medico “è in condizioni critiche ma non in pericolo di vita”, fa sapere l’Umberto I dove l’immunologo è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Chirurgia maxillo facciale con un trauma cranico-facciale, la frattura del pavimento orbitario sinistro e del setto nasale.
Dopo il fermo il paziente è comparso davanti al giudice per direttissime di piazzale Clodio che ha disposto per lui il trasferimento nel carcere di Regina Coeli. Gli inquirenti stanno comunque continuando a scavare nel passato dell’uomo per capire se vi fossero ulteriori elementi di risentimento o se si sia trattato di un gesto legato a posizione no vax. Al momento, comunque, non sarebbero emersi elementi in questo senso.
Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma (Omceo), afferma a riguardo che nel “Lazio abbiamo il 65-67% di atti di violenza in più rispetto agli anni precedenti”. A puntare il dito contro i “negazionisti” del Covid e la galassia no vax è Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che ha denunciato più volte le aggressioni verbali e fisiche ricevuti in questi anni.
“È incredibile quello che è accaduto a Le Foche, ormai prima o poi capita a tutti. Siamo arrivati alla declinazione della medicina secondo a chi passa per strada. I ciarlatani in tv hanno portato a questo: durante la pandemia Covid si è data voce, male, a chi ha fatto della violenza una ragione di vita”, ha detto Bassetti. “Un Paese dove si manda un medico in rianimazione è finito. Si devono prendere dei provvedimenti, i medici vanno rispettati e non picchiati”.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso solidarietà all’immunologo. “L’episodio di violenza lascia sconcertati e basiti. In quest’anno abbiamo previsto misure importanti dirette a presidiare la sicurezza degli operatori sanitari che lavorano nelle strutture del SSN. Ma è evidente che dobbiamo lavorare per promuovere un cambiamento culturale che permetta di riscoprire l’alleanza tra medico e paziente”.