AgenPress – “Lotteremo fino a quando non otterremo protocolli differenti per gli animali dei rifugi e la strage dei maiali di Cuori liberi resterà un brutto incubo. Solo allora potremo di nuovo pensare ai santuari come a luoghi di pace e non come posti dove avere ancora paura”.
E’ quanto si legge in una nota della Rete dei Santuari di animali liberi in Italia che, coordinata da Sara d’Angelo, ha organizzato il corteo di protesta “Giù le mani dai santuari” promosso dopo l’uccisione dei maiali del rifugio Cuori liberi di Sairano (Pavia).
10.000 i partecipanti. Le accuse degli attivisti sono rivolte anche a Coldiretti e Federcaccia: “Sono i veri mandanti della strage dei cinghiali selvatici e dei maiali negli allevamenti. I manifestanti – si legge nella nota – sono arrivati con i pullman, da tutte le regioni italiane e anche da Francia, Germania, Belgio e Svizzera per partecipare al grande corteo dopo la protesta davanti al Palazzo della Regione Lombardia, istituzione che ha ordinato l’uccisione dei maiali del rifugio venuti a contatto con il virus della peste suina africana”.
L’uccisione di massa, “definita senza alcun pudore dal presidente di Coldiretti come un modo ‘per salvare i maiali’, non può e non deve essere l’unico provvedimento possibile rivolto a soggetti senzienti sottratti definitivamente alle logiche economiche. La peste suina – ha aggiunto d’Angelo – infatti non è un’emergenza sanitaria ma un’emergenza economica che tutela chi interessi di pochi enormi allevamenti intensivi. A riprova di questo, sempre più veterinari stanno prendendo posizione e si stanno dissociando dai colleghi che invece di tutelare la salute degli animali hanno eseguito la condanna a morte dei maiali. C’è un’apertura anche dal punto di vista legale: il Tar accoglierà il nostro ricorso per motivi aggiunti e fisserà l’udienza di merito: possiamo ancora avere giustizia per i maiali che sono stati uccisi”.