Hamas, 9 ostaggi uccisi da raid israeliani su Gaza. In Israele familiari contro Netanyahu. “Riportali a casa, vergogna”

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AgenPress –  L’ala militare di Hamas ha riferito che 9 ostaggi rapiti in Israele, tra cui 4 stranieri, sono stati uccisi nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo riferisce Haaretz.

L’esercito israeliano ha confermato di aver trovato “alcuni corpi” di ostaggi durante le irruzioni dei commando ieri a Gaza.

”Non ci sono al momento trattative” per la liberazione dei prigionieri e degli ostaggi israeliani a Gaza,  ha detto il capo del Consiglio per la sicurezza nazionale Tzahi Hanegbi, in una conferenza stampa. In risposta alla domanda se il loro numero potrebbe essere compreso fra 150-200, Hanegbi ha risposto: ”All’incirca”.

Israele, ha proseguito, sta attualmente esaminando la fondatezza di informazioni di possibili mediazioni divulgate dai media, fra cui quelle relative ad un ruolo del Qatar. Hanegbi ha infine attaccato Hamas per le ”manipolazioni psicologiche scellerate” operate circa la sorte degli ostaggi”.

Intanto i familiari degli ostaggi accusano Neanyahu. “Bibi dimettiti”, “in galera”, “vergogna”. La protesta dei familiari degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas sfocia in una manifestazione contro il premier Benyamin Netanyahu, mentre da sabato scorso sono state cancellate le dimostrazioni contro la riforma della giustizia.

I familiari dei rapiti si sono radunati nei pressi del ministero della Difesa a Tel Aviv per chiedere di agire per i loro cari, inghiottiti dal buio di Gaza. “Adesso!”, scandiscono, brandendo le loro foto e cartelli con su scritto, in ebraico e in inglese, “Riportateli a casa!”. Il primo a fermarsi è stato un padre che cerca i suoi tre figli portati via dai terroristi: “Non me ne vado da qui finché non tornano”. A lui si sono via via uniti altri genitori, sorelle, amici. Con il passare delle ore, l’incrocio di Kaplan Street è stato preso d’assedio da almeno 200 persone tanto da costringere la polizia a chiudere il traffico, in una città comunque deserta, tra la paura della guerra e il consueto riposo sabbatico.

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