Senato. Meloni: imminente provvedimento Ue contro traffico migranti. Sospendere Schengen e ripristinare i controlli

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AgenPress – “Esiste a maggior ragione la necessità urgente di lavorare per fermare i flussi migratori irregolari.
Occorre qui distinguere due tipologie di immigrazione irregolare che colpiscono l’Italia. In primo luogo quella via mare, rispetto alla quale ancora una volta dobbiamo ribadire che non possiamo accettare siano i trafficanti di esseri umani a fare la selezione all’ingresso di chi ha diritto o non ha diritto ad entrare nel territorio italiano. E in secondo luogo quella via terra, che segue la rotta balcanica e che spesso si alimenta di un traffico più sofisticato attraverso passaporti falsi forniti ai migranti, che rende molto più difficile il filtraggio e l’individuazione degli irregolari”.

Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.

“I più recenti rapporti della nostra intelligence ci hanno confermato che proprio dalla rotta balcanica e da queste modalità operative di infiltrazione possono arrivare per noi i maggiori rischi ed è questa la ragione che ha spinto il governo a intervenire tempestivamente, sospendendo Schengen e ripristinando i controlli alla frontiera con la Slovenia.
Voglio ringraziare le autorità delle forze dell’ordine di Slovenia e Croazia che non hanno mai fatto mancare finora la loro collaborazione. Sono finora ben 11 gli Stati europei che negli ultimi giorni hanno adottato provvedimenti simili verso altri Paesi europei confinanti.
Alcuni importanti esponenti politici europei hanno commentato questa circostanza mettendo in guardia dal rischio che, continuando su questa strada, Schengen possa andare in frantumi e con esso uno dei pilastri dell’integrazione europea: che è la libera circolazione. É un rischio evidente e una preoccupazione che condividiamo. Ma a maggior ragione, l’unico modo per impedire anche questa deriva è lavorare per difendere i confini esterni dell’Unione. Lavorare sui movimenti primari è la condizione necessaria per garantire i movimenti secondari.
Ed è una evidenza che ormai comprendono tutti, perché non posso non notare come nelle parole dei rappresentanti di alcuni Paesi europei particolarmente toccati dai cosiddetti movimenti secondari che si sono auto-convocati alcuni giorni fa, si scorga una sensibilità completamente nuova: non si tende più a scaricare il peso di questa enorme responsabilità sugli Stati di primo approdo come l’Italia, ma si riconosce per intero che l’unica risposta possibile sta nel difendere i confini esterni.
Considero questa nuova sensibilità non soltanto il frutto di numeri insostenibili in termini di arrivi di migranti irregolari o delle drammatiche circostanze che stiamo vivendo in questi giorni a seguito degli attentati jihadisti in Europa. La considero anche il frutto del lavoro incessante che questo governo ha svolto, fin dal giorno del suo insediamento, in sede europea e internazionale per arrivare ad un cambio di approccio serio e definitivo nella gestione della migrazione.

Non più porte aperte e redistribuzione, ma protezione dei confini esterni, lotta senza quartiere al traffico di esseri umani, accordi con i Paesi terzi, canali legali per rifugiati e quote di immigrati regolari compatibili con i bisogni del nostro sistema economico.
È l’approccio che abbiamo sostenuto in questo anno e che ha trovato accoglimento in più di un documento ufficiale, è quello che ha ispirato il memorandum Ue-Tunisia e ha portato la Commissione europea a presentare il piano di azione in dieci punti illustrato dalla Presidente Ursula Von der Leyen a Lampedusa.
La stessa Presidente ha inviato in queste ore una lettera al Consiglio dando atto dei passi concreti fatti in questa direzione e annunciando, tra l’altro, un provvedimento imminente per rafforzare il quadro giuridico e le politiche europee di contrasto al traffico di esseri umani. È un impegno significativo che siamo pronti a sostenere.
E permettetemi inoltre di accogliere con soddisfazione le parole del Commissario europeo Johansson che qualche giorno fa ha dato atto della significativa riduzione delle partenze dalla Tunisia registrata nelle ultime settimane, lo dico in punta di piedi, per la prima volta nel mese di ottobre il numero di migranti irregolari è diminuito rispetto a l’anno precedente. É certamente il frutto di una rafforzata volontà politica di portare avanti quell’accordo nonostante una parte politica abbia agito in tutti i modi per provare a sabotarlo, non comprendendo che così avrebbe fatto un danno agli italiani e un grande favore ai trafficanti di esseri umani.
Ma questi dati sono anche il frutto di un’azione bilaterale condotta dall’Italia con il governo tunisino, volta a rafforzare la cooperazione nel contrasto al traffico di migranti. Sappiamo che questo quadro deve essere stabilizzato, ma è la strada giusta e dobbiamo perseguirla senza tentennamenti.
Dunque, nell’ambito della discussione sull’immigrazione che terremo in Consiglio, l’Italia sosterrà ancora una volta con forza: l’immediata implementazione dell’accordo con la Tunisia; la piena attuazione del Piano di azione in dieci punti presentato dalla Commissione europea; il varo di una missione navale europea, in accordo e in collaborazione con le autorità del nord africa, ma sia chiaro che per ottenere questa non difficile disponibilità da parte delle autorità del nord Africa è anche necessario un radicale cambio di rapporto con queste autorità, basato sul rispetto e non su un atteggiamento  paternalistico e predatorio, come purtroppo spesso è accaduto in passato. E poi ancora la necessità di rafforzare i meccanismi di cooperazione di intelligence e di polizia al fine di contrastare più efficacemente le infiltrazioni jihadiste, e una più efficace politica di espulsione immediata dei soggetti segnalati come radicalizzati e di rimpatrio, che deve essere messa in campo dall’Unione europea nel suo complesso e non semplicemente dai singoli stati”.

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