AgenPress – Mentre cresce la preoccupazione per la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza , un’altra corrente sotterranea di allarme sta crescendo a Washington e in altre capitali occidentali: il bombardamento di Israele potrebbe estendersi a una guerra regionale più ampia – che coinvolge la superpotenza regionale Iran o le sue forze per procura .
Domenica, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato su X che Israele ha “oltrepassato i limiti, il che potrebbe costringere tutti ad agire”.
Molti esperti ritengono che a Washington e a Teheran ci sia poca voglia di un conflitto regionale. Ma le possibilità di errori di calcolo sono enormi, e l’intensità del bombardamento israeliano di Gaza, che, secondo i funzionari sanitari palestinesi, ha ucciso più di 8.000 persone, tra cui migliaia di civili e bambini, potrebbe facilmente spingere la situazione fuori controllo.
“C’è un rischio reale di escalation”, ha detto Sanam Vakil, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa presso Chatham House, un think tank con sede a Londra.
Da quando Hamas ha lanciato i suoi attacchi terroristici, i militanti Hezbollah sostenuti da Teheran hanno regolarmente scambiato lanci di razzi con Israele attraverso il confine settentrionale con il Libano. Più di 40 combattenti Hezbollah e sette soldati israeliani sono stati uccisi nelle ultime tre settimane, dicono entrambe le parti.
L’Iran ha anche avvertito la settimana scorsa che potrebbe lanciare un missile contro la città portuale di Haifa, nel nord di Israele, se l’esercito del paese perseguisse un’offensiva di terra su vasta scala contro Gaza.
Più lontano, una serie di attacchi di droni e razzi contro le basi militari statunitensi in Iraq e Siria da parte di milizie legate all’Iran hanno portato gli Stati Uniti a rispondere inviando due gruppi di portaerei nel Mar Mediterraneo. Venerdì ha anche fatto decollare un paio di aerei da caccia F-16 per bombardare le strutture siriane di armi e munizioni.
“Washington ci chiede di non fare nulla, ma continuano a dare ampio sostegno a Israele”, ha detto Raisi, il presidente iraniano sui social media. “Gli Stati Uniti hanno inviato messaggi all’Asse della Resistenza” – il nome dato ai delegati dell’Iran – “ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia”.
L’Iran e Hezbollah molto probabilmente non vogliono una guerra più ampia, ha detto Vakil; è invece probabile che minaccino il conflitto per prevenire un’invasione di terra israeliana totale.
Ma, ha detto, le milizie sponsorizzate dall’Iran operano con un certo grado di autonomia da Teheran, aggiungendo un altro livello di incertezza al mix. L’Iran, che sostiene anche Hamas, ha detto che non era dietro l’attacco del 7 ottobre ma che ha lo sostenuto.
Sia sul lato israeliano che su quello libanese del confine si teme il ripetersi della guerra del 2006, che si è conclusa con la morte di oltre 1.500 libanesi (la maggior parte civili) e centinaia di soldati israeliani e con la distruzione di vaste aree delle infrastrutture economiche del Libano.