AgenPress. Secondo il 57° Rapporto Censis per la sanità pubblica risorse “strutturalmente inferiori” ai big Ue e carenza di personale. L’80% degli italiani è molto preoccupato per il futuro del Ssn e oltre 7 persone su 10 guardano al privato per aggirare le attese.
A detta del Presidente della FIASO “I professionisti della sanità sono sicuramente il bene più prezioso del nostro sistema sanitario nazionale, vanno valorizzati (…) ritenendo però che lo sciopero non sia lo strumento più adeguato per risolvere il problema della sanità pubblica”.
Il Ministro della salute Schillaci polemizza con Anaao e Cimo per lo sciopero del 5 dicembre e paventa, per delegittimarne il significato, divergenze tra i sindacati dei dirigenti medici e sanitari.
Nel ricordare che anche FVM insieme ad AAROI, FASSID e CISL Medici ha programmato uno sciopero di 24 ore il 18 dicembre, suggerendo alle parti politiche che hanno in mano il Governo di non guardare il dito ma la luna, ribadiamo senza sosta perché il mondo della sanità è in agitazione da mesi, perché si è avviata una mobilitazione articolata e generale, perché le chiacchiere senza materia sulla “difesa del SSN” non incantano più nessuno, a cominciare dai milioni di italiani che non riescono ad accedere alle cure necessarie.
Ripassiamo in sintesi le motivazioni delle nostre proteste sulla Legge di bilancio e in generale sulla politica sanitaria del Governo Meloni che aveva promesso ben altri scenari.
A fronte di un’evasione fiscale che supera i 100 miliardi annui per la quale si è inventato il concetto di “pizzo di stato”, il Governo pensa di saccheggiare le pensioni di oltre 700mila lavoratori “anziani” e di impoverire ulteriormente quelle dei lavoratori giovani.
A fronte di carenze croniche di personale sanitario e medico, il Governo, anziché eliminare il tetto alle assunzioni e reclutare il personale necessario, tollera lo sperpero di denaro pubblico a favore di medici gettonisti e cooperative tappabuchi.
A fronte di un’inflazione che ha reso perdente il Contratto di lavoro di medici e sanitari 2019/2021 il Governo non riesce nemmeno a farlo firmare entro dicembre dopo che i sindacati e l’Aran lo avevano sottoscritto a settembre per pagare il lavoro agli eroi del triennio del Covid
A fronte di ripetuti solleciti della Corte Costituzionale il Governo ancora non elimina la norma iniqua che sequestra per periodi anche di più anni il TFS (Trattamento di Fine Servizio) dei sanitari andati in pensione
A fronte di una evidente necessità di fidelizzare il personale sanitario, che sempre più spesso si sposta nella sanità privata portandosi dietro la relativa professionalità acquisita nel SSN, non si trovano le risorse per aumentare le retribuzioni alla media UE e per premiare la specificità e non si assume in modo da rendere più agevole e meno rischioso il clima lavorativo
A fronte di un “Decreto Anticipi” che doveva distribuire risorse del CCNL 2022-2024 come sedativo pre elettorale in una tantum natalizia le Regioni hanno fatto sapere che senza il trasferimento delle risorse l’operazione è impossibile
A fronte di una valorizzazione del lavoro di pronto soccorso non si può contare su nessun incremento tangibile sino al nuovo contratto
A fronte di ripetute richieste di definire il contratto di formazione lavoro per gli specializzandi si prosegue nel loro utilizzo senza garanzie.
A fronte di un evidente arretramento delle tutele sanitarie dei cittadini si racconta che il Fondo sanitario nazionale non è mai stato così alto, dimenticando di dire però che nel frattempo tutti i valori sono aumentati per l’inflazione (non solo per gli sprechi mai combattuti) e che il rapporto Fondo sanitario/PIL ci vede sempre come fanalini di coda dell’UE.
A fronte di tutto questo il nostro sciopero è una condanna senza condizionale di una politica di risparmio sulla pelle dei cittadini che lo stesso Ministero della salute subisce impotente lasciando alle Regioni (ammutolite) il compito di dipanare i nodi che stanno aumentando sul pettine del giudizio popolare.
Scioperare per chi lavora in sanità è ovviamente un gesto estremo, è una condizione di protesta frenata dal senso di responsabilità, può sembrare un gesto poco appropriato e spesso poco partecipato.
È vero! I medici, i veterinari e i sanitari, come tutti i lavoratori del SSN, scioperano di malavoglia perché hanno una missione da compiere.
Una missione che spesso i sanitari non possono assolvere per dare risposte adeguate ai cittadini, perché chi decide sulla sanità (il MEF) non è capace di fornire le risorse necessarie, che invece riserva alle banche o ai ponti, portando la sanità pubblica al baratro.