Ariston. L’azienda non è stata informata del decreto di Putin. Ue: disprezza le regole internazionali

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AgenPress – Il Ceo dell’Ariston Thermo Group, durante un incontro con i media, ha espresso apprezzamento per l’azione rapida del governo italiano. “Siamo grati per il sostegno del governo italiano e per la pronta reazione alle nostre preoccupazioni”, ha dichiarato. “Restiamo fiduciosi che, con il loro aiuto, riusciremo a superare questa difficile situazione”.

Ariston Group, che è stata attiva nella Federazione Russa per quasi 20 anni “con relazioni molto corrette con le istituzioni locali, non è stato informato in anticipo del decreto” con cui Putin ieri ha nazionalizzato temporaneamente lo stabilimento del gruppo fabrianese, ed è “estremamente sorpreso da questa iniziativa”, scrive Ariston Group in una nota. “In attesa di una spiegazione a questa azione inattesa stiamo valutando le sue implicazioni, comprese quelle di governance e manageriali”.  Il gruppo ha generato “circa 100 milioni di euro di fatturato nella Federazione Russa nell’anno fiscale 2023 e disponeva di una significativa base patrimoniale per operare nel mercato locale, risultato di quasi due decenni di investimenti”.

La vicenda ha destato ovvie preoccupazioni, sia a livello politico che economico. L’interesse delle autorità italiane è non solo di tutelare gli interessi delle imprese nazionali, ma anche di comprendere appieno le implicazioni di questa decisione sulla stabilità economica e sulle relazioni internazionali.

Lo stabilimento di Vsevolozhsk è stato inaugurato nel 2005  a 20 km da San Pietroburgo, di Ariston Group, leader nella produzione di scalda acqua.  Si tratta di un sito di 64mila mq, secondo fonti aziendali, di cui 30mila coperti, con 200 dipendenti tra diretti e indiretti, più altri 100 della rete commerciale. Nell’impianto vengono prodotti scalda acqua elettrici per il mercato locale. Con l’inizio della guerra in Ucraina e delle sanzioni, il Gruppo ha interrotto gli investimenti sul sito che continua a operare in modo ordinario. Ariston Group, presente in Russia dal 1995, ha chiuso il 2023 con ricavi per 3,1 miliardi, il fatturato dello stabilimento di Vsevolozhsk si aggira sul 3% del totale. Ancora da valutare, sempre secondo fonti aziendali, l’impatto della nazionalizzazione decisa da Putin.

Le filiali russe di Ariston e Bosch rappresentano un importante segmento dell’economia italiana e il loro trasferimento al gruppo Gazprom potrebbe avere conseguenze significative sul settore industriale nazionale. Pertanto, il governo italiano è determinato a valutare attentamente la situazione e ad adottare le misure necessarie per proteggere gli interessi nazionali.

“La Russia continua ad adottare misure contro le imprese dell’Ue che operano nel Paese”,  dichiara il Servizio di Azione Esterna Ue”

“Una società russa, parte del gruppo Gazprom, ha ora posto sotto ‘gestione esterna temporanea’ le filiali di società italiane e tedesche. Queste misure, che prendono di mira attività economiche legittime, sono l’ennesima prova del disprezzo della Russia per il diritto e le regole internazionali. La Russia si conferma un attore imprevedibile anche in campo economico. Mosca revochi “queste misure e a cercare soluzioni accettabili con le aziende europee”.

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