AgenPress – E’ sparito e non si trova Giacomo Bozzoli, dopo la condanna all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso lo zio Mario. Per i vicini di casa, Bozzoli, la moglie e il figlio piccolo, non si vedrebbero da una decina di giorni. Il 39enne è sempre rimasto libero dall’inizio della vicenda datata 8 ottobre 2015 ad oggi quando l’imprenditore Mario Bozzoli scomparve nel nulla dal comune di Marcheno dove si trova la fonderia di famiglia. La vittima telefonò alla moglie intorno alle 19,15 e pochi minuti dopo si verificò una fumata anomala nel forno grande della fonderia. Quindi più nulla.
Per i giudici d’appello, Giacomo Bozzoli nutriva “odio ostinato e incontenibile” nei confronti dello zio Mario – titolare della fonderia al 50% con il padre di Giacomo, Aldo -, e riteneva la vittima “colpevole sia di lucrare dalla società dei proventi sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali”. Sospetti, quelli di Giacomo Bozzoli, che l’uomo avrebbe riferito a conoscenti e alla ex fidanzata a cui avrebbe anche raccontato di un piano per ucciderlo.
Quando i carabinieri sono arrivati per condurlo in carcere, Giacomo Bozzoli non era più nella sua casa sul lago di Garda in cui avrebbe dovuto trascorrere il suo tempo in attesa della sentenza definitiva che lo vede colpevole dell’omicidio dello zio. La Cassazione ha confermato l’ergastolo per il delitto avvenuto 9 anni fa. Per i giudici, l’omicida dopo aver ucciso lo zio avrebbe gettato il suo corpo nella fonderia di famiglia a Marcheno, vicino a Brescia. Adesso Bozzoli, che si è sempre dichiarato innocente è scomparso e la caccia all’uomo si è allargata anche ai controlli di frontiera verso Austria e Slovenia.
I giudici della prima sezione penale di piazza Cavour oggi hanno rigettato il ricorso proposto dai legali dell’imputato contro la sentenza della Corte d’Assise di appello di Brescia del 17 novembre 2023. La sentenza impugnata aveva confermato la sentenza della Corte d’Assise del 30 settembre 2022, che aveva condannato Bozzoli alla pena dell’ergastolo con l’isolamento diurno per un anno. Insomma tutti gli indizi e le prove raccolte dagli inquirenti vengono considerate dai diversi giudici che si sono avvicendati nei vari procedimenti convincenti al punto da portare semrpe alla stessa conclusione: a uccidere Mario è stato il nipote Giacomo. Inizialmente erano stati indagati anche il fratello Alex e due operai della fonderia, Abu Akwasi e Oscar Maggi. Ma a processo ci finisce solo il condannato.