Sharon: Procura, uomo fermato ha minacciato prima 2 ragazzi. Si è detto “dispiaciuto per quello che ha fatto”

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AgenPress – “Approfitto per lanciare un invito a due ragazzini di 15-16 anni nei cui confronti il presunto autore del fatto di sangue, come da lui dichiarato, prima di scegliere e individuare a caso come vittima la signora Verzeni avrebbe puntato il coltello minacciandoli. Erano presenti sulla scena del crimine e a oggi non si sono ancora presentati. Li invito a presentarsi in una caserma affinchè foniscano un riscontro a quanto acquisito”: è quanto ha detto Maria Cristina Rota, procuratore aggiunto a Bergamo. “Ha desistito con i due ragazzini per poi incontrare Sharon Verzeni che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato”.

“Né durante le dichiarazioni spontanee né durante l’interrogatorio Moussa Sangare ha mai dimostrato di essere sotto l’effetto di sostanze alcoliche o di droghe”. L’uomo ha detto di essere “dispiaciuto per quello che ha fatto” e a un certo punto dell’interrogatorio, iniziato ieri e concluso con il fermo alle 4 di questa mattina, “si è liberato del peso del gesto che ha compiuto”.

“All’identificazione del fermato hanno collaborato due cittadini stranieri che si trovavano su luogo”, ha aggiunto la procuratrice. L’ omicida aveva “delle denunce per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella ed era andato a vivere da solo”. Le due persone che hanno collaborato alle indagini sono “cittadini stranieri di origine marocchine inseriti nel territorio, incensurati, due lavoratori, due onesti cittadini che si trovavano sul luogo del delitto e che in realtà inizialmente si sono presentati per segnalare un’altra presenza strana  ma la prima segnalata non era strana e poi è stata segnalata la presenza del ciclista su cui si è lavorato”.

 

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