Chiudere Regina Coeli? Fns Cisl del Lazio: ipotesi da escludere categoricamente

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AgenPress. Apprendiamo da notizia di stampa di un interesse del Campidoglio , assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, di chiudere il carcere di Regina Coeli, di riconvertire la struttura con un progetto di rigenerazione urbana che ne tuteli la storia e il pregio architettonico ed individuare contestualmente soluzioni alternative, attraverso la realizzazione di nuove strutture più piccole e più umane.

Probabilmente si dimentica che per costruire nuovi carceri servono anni, bastano pochi accorgimenti per migliore le condizioni del carcere attenendosi rigidamente alla capienza massima di detenuti tollerati, 628 , oppure abbassare tale capienza considerato che attualmente ci sono presenti 1160 detenuti.

Dispiacerebbe vedere un carcere vecchio che ha sempre funzionato diventare un altro hotel o farne un museo, a pochi passi esiste già il Museo criminologico di Roma, non ve ne servono altri.

Prima di prevedere invece un carcere nuovo – sicuramente in periferia come da anni si cerca di fare, forse sarebbe meglio prima sistemare quelli esistenti e non certo pensare a nuovi fuori città – irraggiungibili per mancanza di mezzi di collegamenti e strutture – aggravando ulteriormente le condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria dato che si aggrava ulteriormente in caso di trasferimento di detenuti verso il Tribunale o anche verso gli ospedali- Spesso nelle nuove costruzioni ci sono vere e proprie mancanze strutturali .

Per la Fns Cisl del Lazio tale ipotesi è da escludere categoricamente considerata, anche, la storia dell’Istituto romano di Regina Coeli e per questo che NOI CI SIAMO MA PER TENERLO APERTO-

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