AgenPress. “Offensive e strumentali”, oltre che “non coerenti al vero”. È lo stesso personale di Polizia Penitenziaria in servizio di missione presso la struttura penitenziaria di Gjader a smentire e stigmatizzare, con una lettera sottoscritta da tutte le 11 unità presenti in Albania, le dichiarazioni rilasciate a più riprese nei giorni scorsi dal Segretario generale di un sindacato di Polizia Penitenziaria e riprese dagli organi di stampa.
Nella missiva, indirizzata al Comandante di reparto della struttura detentiva, il personale “intende dissociarsi completamente da tali affermazioni, riservandosi in ultimo di intraprendere tutela legale ove dovessero verificarsi ulteriori e analoghi comunicati stampa”. Gli 11 firmatari della lettera escludono fermamente sia di aver avuto “in alcun modo contatti diretti con il predetto segretario nazionale”, sia di aver “fornito a questi informazioni afferenti all’organizzazione del lavoro presso questa struttura penitenziaria”.
Nel trasmettere al Direttore della struttura detentiva in Albania la suddetta lettera, il Comandante del reparto di Polizia Penitenziaria ha innanzitutto voluto rassicurare sulle attuali condizioni del personale, sia dal punto di vista degli alloggi (complessivamente 14 camere, in cui al massimo sono sistemate due unità per stanza), della loro accessibilità (tutti al piano superiore rispetto agli uffici amministrativi, per la scala di accesso esterna è stata richiesta la copertura dalle intemperie), degli arredi e delle attrezzature (letti con materasso e cuscino, scrivania, poltroncina e sedia, nonché tre armadi metallici per ogni unità, questi ultimi forniti dal Genio Aeronautica), dei servizi (aria condizionata con pompa di calore, servizi igienici con doccia privata, tv smart da 65” nel locale comune, con tavolini, sedie e macchina per il caffè), della ristorazione (fino ad oggi usufruita nella mensa presente nella struttura invece che nella modalità da asporto).
Il dirigente di Polizia Penitenziaria conclude la sua nota sottolineando come le dichiarazioni diffuse dall’organizzazione sindacale abbiano ottenuto come risultato “il destabilizzare un ambiente lavorativo estremamente delicato, il cui disagio non può derivare certo dalla mancata fornitura di un comodino o dell’accesso esterno agli alloggi”. E, avendo le suddette dichiarazioni fornito “un quadro di insieme negativo a danno dell’immagine del Corpo, dell’Amministrazione e del Governo Italiano”, il comandante si è impegnato a “procedere a ulteriori approfondimenti volti ad accertare la sussistenza di fatti anche in astratto di interesse dell’Autorità Giudiziaria”.