AgenPress. Franco Bucarelli, giornalista vaticanista che in carriera ha conosciuto ben sette pontefici, è intervenuto ai microfoni di Elleradio nel corso di una trasmissione speciale con il direttore Ezio Luzzi.
«Trump si precipita al funerale di Papa Francesco perché la Chiesa americana vuole un Papa americano. Tra di loro non c’erano mai stati ottimi rapporti, perché Francesco lo giudicava un guerrafondaio e una persona imprevedibile.
Dai tempi di Pio XII, gli americani hanno sempre dettato legge in Vaticano. Sono rimasti fuori per molti anni (nemmeno Wojtyla li amava molto) da quando è morto il cardinale Marcinkus (famoso per il coinvolgimento nello scandalo del Banco Ambrosiano, ndr), che aveva in mano la cassaforte del Vaticano.
Con la morte di Francesco, che era il guardiano della Chiesa, gli americani vogliono rimpadronirsene. Il candidato americano è il cardinale Burke. La presenza di Trump significa influenzare indirettamente le elezioni in Vaticano. Lui vuole far sentire la sua presenza, perché è una presenza ingombrante. Gli altri Capi di Stato vengono perché sono sempre stati ruffiani nei confronti della Chiesa» .
«C’è un orientamento a non eleggere più Papi europei e italiani. Questo è il momento dell’Asia e dell’Africa. Con il Sud America fanno un fronte compatto e nel conclave è questione di numeri. L’Africa ha fior fior di cardinali. Anche le Filippine hanno un cardinale giovane e combattivo (Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, ndr).
La “battaglia delle 3 P” è già persa: Pizzaballa, Paglia e Parolin non ce la faranno, perché sono vicini agli ottant’anni. Il più giovane degli italiani è un cardinale napoletano, Domenico Battaglia. Ha 61 anni, è stato fatto cardinale da Papa Francesco pochi mesi fa e ha già la simpatia di quelli del Terzo Mondo» .