Il monito di Papa Francesco ai giornalisti, a coloro che comunicano, alla società e alla Chiesa

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Il libro di Biagio Maimone “La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario” sull’utilizzo  della parola creativa a favore dell’emancipazione umana per contrastare l’incitazione all’odio veicolati da messaggi non fondati sulla verità


AgenPress. Il  saggio di Biagio Maimone intitolato “La Comunicazione Creativa per lo Sviluppo Socio-Umanitario“, edito dalla Casa Editrice Tracceperlameta, ha ricevuto la Benedizione Apostolica di Sua Santità Papa Francesco e l’apprezzamento del Segretario di Stato della Santa Sede, Cardinale Pietro Parolin, del Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, Cardinale Gianfranco Ravasi,  e dell’Imam Nader Akkad della Grande Moschea di Roma. Il libro è stato presentato nell’Istituto Italiano di Cultura di New York, e , in Italia, nella Camera dei Deputati e nel Senato.
Citiamo le parole di Sua Santità Papa Francesco, contenute nella pergamena, in cui è impartita la Benedizione Apostolica: “Sua Santità assicura un ricordo nella preghiera e, mentre auspica che la società, così come la Chiesa, si avvalgano di una comunicazione le cui basi siano l’umiltà nell’ascoltare e la parresia nel parlare, che non separi mai la verità dalla carità, invoca l’intercessione della Santa Vergine Maria e di cuore imparte la Benedizione Apostolica, con l’augurio di ogni bene nel Signore“.
Comunicare significa per Papa Francesco avere l’umiltà di ascoltare e porre la parresia come principio-guida del parlare.
Dire la verità, dunque, fonda il senso della comunicazione per Papa Francesco, a cui è imprescindibile  uniformarsi per essere valore indiscutibile.
Il saggio di Biagio Maimone, definito il “giornalista dei poveri“, propone la necessità di un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale della società odierna.
Sulla scorta della constatazione delle innumerevoli comunicazioni distorte,  veicolate dai media e da molti mezzi di comunicazione, compresi i social ed alcuni contesti del mondo politico,  foriere di sottocultura, che non può essere consentita in quanto impoverisce la società civile deteriorando le relazioni umane, Biagio Maimone ritiene che non sia più rimandabile la necessità di far vivere un linguaggio scevro da menzogne, da offese e dal turpiloquio.
La violenza, il cyberbullismo e l’incitazione all’odio non devono essere avvolti dal silenzio, ma combattuti da un sano impegno che disciplini l’uso della parola in modo che essa non divenga strumento di violenza facendo degenerare l’intera società verso l’involuzione morale.
Nell’ambito della vita politica,  ultimamente, si fa strada sempre più l’uso di toni molto violenti ed anche l’utilizzo dell’insulto per esprimere il proprio dissenso. Ciò avviene anche nell’ambito della politica internazionale.
Si evidenzia come la modalità  aggressiva sia considerata da parte di molti esponenti del mondo politico quella più appropriata per esporre il proprio punto di vista. 
Ma è certo anche che si vuole far vivere unicamente una forma di  comunicazione che veicoli aggressività per creare paura del potere, ingenerando un processo comunicativo tipico del politicamente scorretto.
Nel mio libro invito a riscoprire il  linguaggio sorretto dalla parola gentile, che è  il modo più evoluto di comunicare il proprio pensiero affinché si instauri un processo di confronto e di dialogo, che apra le porte all’inclusione e non all’esclusione, che ha lo scopo di  riscattare la necessità di far vivere la molteplicità delle idee,  per evitare che si affermi il  pensiero unico.
La classe politica dovrebbe dirigersi verso una nuova modalità di comunicare più orientata a fare in modo che il linguaggio sia sorretto dalla riflessione profonda, tale in quanto genera contenuti e non insulti, al fine di coinvolgere i cittadini e stimolare il loro il bisogno di  partecipazione alla vita sociale, politica ed economica, da cui sembrano volersi allontanare sempre più, sconvolti dalla rozzezza dei modi di chi si occupa della cosa pubblica, che lancia frecce avvelenate verso chi è ritenuto avversario. 
Pensare, riflettere, approfondire, leggere in profondità è una necessità non più rimandabile, che viene offuscata da chi non ha contenuti capaci di interpretare i bisogni umani, a cui occorre fornire risposte adeguate, ed utilizza l’inganno della parola violenta, sorretta dalla menzogna, per rivolgersi a chi, invece, è tenuto a donare  solo verità e impegno per realizzare lo sviluppo socio-umanitario” ha affermato l’autore Biagio Maimone .
“La Comunicazione diventa futuro” è lo slogan che identifica l’impegno di Biagio Maimone.
Egli ritiene, infatti, che il futuro per essere finalizzato al progresso umano debba far propria una nuova modalità di comunicare che veicoli la pedagogia della vita, della pace, della fratellanza umana, della parola vitale che educa le coscienze dei singoli affinché essi si dirigano sulla strada della vera emancipazione umana, oltre l’impoverimento morale ed anche materiale.
Egli, pertanto, pone in risalto l’importanza della cultura umana da riversare nel contesto della comunicazione ampiamente intesa,  affinché si pongano le fondamenta di un nuova e migliorativa modalità di trasmettere informazioni affinché esse possano arricchire , sempre più, l’universo interiore di coloro che le recepiscono, alimentandolo con verità e valori morali e spirituali, senza i quali l’essere umano viene deprivato di quei contenuti che ne fanno un soggetto pensante capace di costruire un mondo accogliente in cui viva la legalità, la fratellanza umana e quella bellezza che sgorga dall’animo di chi si è nutrito di cultura umana, unica cultura che consente il miglioramento delle relazioni umane e lo sviluppo socio-umanitario.
Per Biagio Maimone occorre superare  gli stereotipi che sorreggono la comunicazione, sia quella giornalistica, sia quella di ogni altro media, nonché quella istituzionale e politica , necessariamente legata ai vari ambiti della vita umana e sociale, al fine di creare un nuovo modello comunicativo che prenda le mosse dai suoni, dai colori e dalle voci legati al sentimento, scaturenti dall’interiorità e dalla spiritualità umana.
Dare voce agli infiniti linguaggi depositati nell’intimo di ognuno egli ritiene debba essere l’intento del nuovo comunicatore, animato dalla finalità primaria di educare all’apprendimento di un linguaggio che fondi le sue radici nei valori insiti nell’animo umano.
Il linguaggio dovrà divenire, pertanto, vettore di valori e non di offese ed insulti, come sovente si verifica.
Partendo dal linguaggio, ripulito dal desiderio di ferire e ridimensionare l’altro, si potrà anche ricreare la relazione umana, rendendola scevra da conflitti lesivi della dignità dell’interlocutore per orientarla all’ascolto autentico, che è creativo di benefici reciproci.
Biagio Maimone definisce tale processo comunicativo “Comunicazione creativa della dimensione socio-umanitaria”, che potrà essere utilizzato dagli operatori degli Uffici Stampa, dai giornalisti e da chiunque si prefigga l’obiettivo di  rendere la comunicazione una professione di elevato valore morale e sociale.
Altisonante ed indicativa di un preciso  impegno concreto è la sua affermazione: “La Bellezza – non vi è dubbio – tornerà ad essere il volto magnifico della vita. La forza prorompente della Bellezza, che la Parola ha il dovere di trasmettere, sconfigge ogni male!
È scritto nel Vangelo, è scritto nel cuore degli uomini di Buona Volontà ed è scritto nelle trame vitali dell’esistenza, che nessuno potrà mai distruggere perché esse appartengono alla Vita e la Vita è la ragione stessa dell’esistere umano”. Partendo da tali principi, riportati nel quarto di copertina del suo libro, Biagio Maimone si accinge a divulgare i contenuti della nuova corrente filosofica a cui egli ha voluto dar vita, denominata “Comunicazione socio-umanitaria”.
Il messaggio del libro è universale,  finalizzato all’affermazione di una nuova cultura della comunicazione, tale in quanto tesa a rivedere l’uso del linguaggio e, più precisamente, della parola, alla luce delle nuove sfide dell’epoca contemporanea, permeata da nuove esigenze e, tra queste, l’esigenza di riconsegnare alla persona la sua centralità nel contesto della vita umana, che appare essere percorsa da continue frammentazioni.
Rilievo centrale riveste il tema della comunicazione che trasmette l’importanza della solidarietà, presupposto ineludibile da cui prendere le mosse per dirigersi verso lo sviluppo socio-umanitario.
Biagio Maimone, in veste di Direttore della Comunicazione dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo”, fondata da Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Papa Francesco, ha richiamato, mediante il giornalismo, alla necessità di far vivere il dialogo interreligioso e il dialogo interculturale, la pace e la solidarietà, attraverso le iniziative dell’Associazione, che si qualifica nei termini di attività di comunicazione giornalistica a favore dei bambini poveri ed ammalati dell’Egitto. L’Associazione è stata fondata in seguito alla sottoscrizione del Documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune” da parte di  Sua Santità Papa Francesco e da parte del Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, in data 4 febbraio 2019.
Il suddetto Documento ha dato vita a numerosi frutti, tra i quali la  realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica, edificata nella città di Abu Dhabi, che è uno tra i progetti più rilevanti in quanto pone le basi del dialogo interreligioso creando uno spazio fisico, un territorio comune su cui sono stati edificati tre luoghi di culto diversi (una Chiesa, una Sinagoga e una Moschea), posti l’uno accanto all’altro, in ciascuno dei quali si praticano religioni diverse, le quali si interfacciano reciprocamente per dialogare su ogni tema della vita religiosa ed umana.
Gli altri progetti seguiti dal giornalista Maimone sono stati l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, che è stato inaugurato il 5 maggio 2024 nella città Il Cairo, le Cliniche Mobili itineranti, l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù del Cairo”, che è il primo Ospedale del Papa fuori dall’Italia, la “Scuola della Fratellanza Umana” per le persone portatrici  di disabilità, la “Catena dei Ristoranti della Fraternità Umana”, denominata  ‘Fratello’, che offre pasti gratuiti alle famiglie bisognose egiziane.
“Nel mio testo, si rimarca che la parola è vita in quanto deve generare la vita nelle sue espressioni più nobili e spirituali, perchè essa penetri nelle coscienze individuali e collettive e, se è sorretta dalla violenza e dalla menzogna, crea una coscienza umana che è guidata da disvalori che impoveriscono i singoli individui e, conseguentemente, l’intera collettività ed il contesto sociale” ha dichiarato Maimone, il quale ha aggiunto: “Umanizzare il linguaggio affinché sia veicolo della ‘Pedagogia della Vita’ definisce il significato autentico del mio impegno giornalistico, che sono certo possa essere condiviso da chi fa della comunicazione lo strumento mediante cui giungere al mondo interiore di chi ascolta, al fine di arricchirlo e non impoverirlo attraverso un uso distorto e, pertanto, nocivo del linguaggio”.
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