Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. Telefono amico Italia: 3mila richieste di aiuto nei primi sei mesi 2025

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AgenPress. Oltre 6.700 persone nel 2024 hanno chiesto supporto a Telefono Amico Italia perché attraversate dal pensiero del suicidio e nei primi sei mesi dell’anno in corso sono state già registrate più di 3.000 richieste di aiuto; un numero che fa presagire, anche per il 2025, un bilancio annuale altrettanto grave. Sono i dati che l’organizzazione di volontariato – che da quasi 60 anni attraverso una helpline anonima e gratuita offre ascolto e supporto a chi vive momenti di difficoltà o malessere emozionale – ha presentato nella Sala Caduti di Nassirya del Senato in occasione della Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio, su iniziativa del senatore della Repubblica Guido Quintino Liris.

All’incontro, oltre al senatore Liris e alla presidente di Telefono Amico Italia Cristina Rigon, hanno partecipato Diana Rucli, direttore della International Federation of Telephone Emergency Services (IFOTES) ed Elena Peretto, Responsabile dell’Area Internazionale e Tecnologica della Fundació Ajuda i Esperança.

In Italia, mediamente, ogni giorno si tolgono la vita 10 persone, oltre 300 al mese. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, il fenomeno è in costante crescita: il tasso registrato negli ultimi due anni analizzati dall’istituto di ricerca (0,40 suicidi ogni 10mila abitanti) è  il massimo osservato dal 2015. In particolare, nell’anno più recente monitorato, il 2022, sono stati registrati 3.934 suicidi; nel 2021 erano stati 3.870 e nel 2020 3.748. In particolare, nel  2022 c’è stato un incremento di casi di suicidio in quasi tutte le fasce di età, tranne quella 65-79 anni. Tra i più giovani, l’ulteriore incremento registrato tra il 2021 e il 2022 ha fatto seguito ad un aumento molto rilevante osservato tra il 2020 e il 2021 (+16%). Nell’ultimo anno analizzato sono stati rilevati complessivamente 552 suicidi di giovani con età compresa tra i 15 e i 34 anni; 1.927 suicidi di adulti con età compresa tra i 35 e i 64 anni e 1455 casi di suicidio tra gli over 65.

Tuttavia, l’Italia attualmente non dispone né di un piano nazionale integrato per la prevenzione del suicidio né di un sistema di monitoraggio in tempo reale. E proprio questa è la richiesta di Telefono Amico Italia: mettere in atto azioni concrete per prevenire il fenomeno dei suicidi, a partire dall’ascolto in tutti i settori.

Nello specifico, Telefono Amico Italia propone: l’istituzione di un numero di pubblica utilità 24/7 per la prevenzione del suicidio; l’avvio di un Piano Nazionale con azioni coordinate tra scuola, sanità, lavoro e forze dell’ordine; una campagna nazionale anti-stigma e informativa; protocolli clinici nei pronto soccorso e nei centri di salute mentale per identificazione precoce, valutazione, gestione e follow up delle persone affette da comportamenti suicidari e il coinvolgimento delle realtà del Terzo Settore nei tavoli decisionali in modo che possano mettere a disposizione l’ampio bagaglio esperenziale costruito in decenni di relazioni dirette con persone che hanno tentato il suicidio, che sono state attraversate da pensieri suicidari o che hanno subito dei lutti a causa del suicidio.

«Vogliamo rompere lo stigma sociale sul suicidio, che porta a non affrontare questo argomento, che lo trasforma in un tabù di cui non si può parlare – ha spiegato Cristina Rigon, presidente Telefono Amico Italia – La prevenzione è, invece, possibile e doverosa. Per renderla reale dobbiamo, innanzitutto, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di azioni strutturate e coordinate per contrastare il fenomeno. Noi, grazie al supporto di 600 volontari, al momento riusciamo a garantire 14 ore di supporto telefonico al giorno attraverso la nostra helpline, ma le richieste di aiuto continuano ad aumentare e da soli non riusciamo a gestire questa emergenza, abbiamo bisogno di sostegno».

La possibilità di prevenire i suicidi è confermata anche dalle evidenze scientifiche, come sottolinea Maurizio Pompili, Professore Ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma e Direttore della Unità Operativa Complessa di Psichiatria presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma, intervenuto all’incontro attraverso un video-messaggio. «Il punto centrale dal quale è fondamentale partire – spiega – è la piena consapevolezza che gli individui a rischio di suicidio, in realtà, non vorrebbero affatto morire, vorrebbero soltanto che il loro dolore mentale, diventato insopportabile, venisse alleviato. La prevenzione del suicidio, quindi, è possibile e il primo passo è riconoscere questa sofferenza e impegnarsi per alleviarla». «Nei momenti di crisi – aggiunge – l’intervento di operatori della salute mentale è fondamentale, ma anche le helpline rivestono un ruolo cruciale: sapere di avere la possibilità di chiamare, in qualsiasi momento, un interlocutore sensibile rappresenta, per chi vive un momento di difficoltà, un aiuto fondamentale per ritrovare la connessione con le proprie parti vitali e far riemergere la volontà di andare avanti.

Esistono tre tipi di prevenzione del suicidio: la prevenzione primaria che riguarda la consapevolezza sul tema del suicidio a livello delle collettività generale; la prevenzione secondaria che riguarda i gruppi che potrebbero essere esposti maggiormente al fenomeno e la prevenzione terziaria, relativa a quanti sono entrati già in contatto con l”esperienza suicidaria. A ciascun livello corrispondono diversi interventi e diversi interlocutori, ma sono tutti fondamentali per prevenire un fenomeno così d’impatto nell’ambito della salute pubblica. Formazione e sensibilizzazione sono cruciali, perché più rendiamo gli operatori e la collettività consapevoli della problematica suicidaria, più stiamo lottando per ridurre questo fenomeno. In ogni ambito della società deve essere chiaro il messaggio che, se si è in crisi e si sperimenta il desiderio di morire, la possibilità di essere sostenuti esiste».

Al termine dell’incontro, il senatore Guido Quintino Liris ha presentato un disegno di legge per la prevenzione del suicidio. «Parlare di suicidio è difficile, ma necessario – ha affermato – Da medico riconosco l’importanza di individuare la sofferenza psicologica prima che diventi irreversibile; come senatore, sento il dovere di tradurre questa consapevolezza in azione politica. I dati di Telefono Amico Italia rivelano un’emergenza sociale spesso invisibile e marginalizzata per tabù e paure ingiustificate. È urgente rompere il silenzio e migliorare la capacità del Paese di prevenire il fenomeno. Ho quindi presentato un disegno di legge per potenziare gli strumenti di prevenzione, offrire sostegno a chi è in difficoltà e garantire ascolto a chi vive questa sofferenza e ai loro familiari. Migliorare la consapevolezza sul suicidio e rafforzare le misure di prevenzione significa salvare vite; come rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere di agire con determinazione».

I DATI DI TELEFONO AMICO ITALIA. Sono state oltre 6.700 le persone che nel 2024 hanno chiesto aiuto a Telefono Amico Italia perché preoccupate del suicidio, proprio o di un caro, e oltre 3.000 nei primi 6 mesi del 2025. La maggior parte di loro, il 69%, ha contattato l’organizzazione attraverso il servizio telefonico, che risponde tutti i giorni dalle 9 alle 24 al numero 02 2327 2327. Gli altri lo hanno fatto attraverso WhatsappAmico (il 23%) al numero 324 011 7252 e via mail (l’8%), attraverso la compilazione di un form anonimo sul sito www.telefonoamico.it.

Nel complesso hanno contattato Telefono Amico Italia per problemi legati al suicidio più uomini (52,5%) che donne. Gli uomini rappresentano la maggioranza anche nell’utilizzo del telefono (56%), al contrario, le donne preferiscono Whatsapp (55%). Uomini e donne usano invece in egual misura lo strumento email.

Mentre nelle richieste d’aiuto che non riguardano il suicidio nell’utilizzo dei tre diversi mezzi di ascolto si riscontrano differenze legate all’età – con i più adulti che preferiscono il telefono e i giovani che usano maggiormente le forme di contatto scritte – nel caso di quelle legate al suicidio si assottigliano le differenze, con le fasce d’età più giovani che emergono come maggioritarie in tutti gli strumenti. Hanno, infatti, telefonato in maggioranza persone tra i 26 e i 35 anni (26%), tra i 36 e i 45 (16,5%), tra i 19 e i 25 (16%); hanno usato Whatsapp soprattutto persone tra i 26 e i 35 anni (27%), tra i 19 e i 25 (26%) e tra i 15 e i 18 (16,5%); infine hanno scritto per email in particolare persone tra i 19 e i 25 anni (21%) e tra i 26 e i 35 anni (17%).

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