AgenPress. Il recente accordo sul piano in 20 punti presentato dal presidente Trump – e firmato a Sharm el Sheikh – sulla crisi mediorientale, ha rappresentato uno sviluppo estremamente positivo e concreto, ed è frutto di un lungo e complesso lavoro diplomatico, al quale l’Italia ha contribuito con costanza e pragmatismo.
Siamo molto grati a tutti i mediatori per gli sforzi diplomatici che hanno reso possibile questo importante passo in avanti: mi riferisco ai governi di Egitto, Qatar e Turchia, ma mi riferisco soprattutto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo.
Dopo molto tempo ci troviamo di fronte a una prospettiva credibile verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente.
L’entrata in vigore del cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, la ripresa degli aiuti umanitari, sono i punti imprescindibili da cui ripartire, ma chiaramente costituiscono soltanto i primi passi di un percorso che sarà lungo e faticoso.
Le vicende delle ultime ore dimostrano quanto l’equilibrio sia fragile e sottoposto a rischi quotidiani, e la comunità internazionale è chiamata a disinnescare quei rischi, con determinazione e con pazienza.
La violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra ancora una volta chi sia il principale nemico dei palestinesi, ma la conseguente rappresaglia israeliana concretizzatasi in nuove vittime civili e nell’interruzione del transito degli aiuti umanitari rappresenta un’altra scelta che non condividiamo.
Tuttavia, quello intrapreso con la firma della tregua è l’unico percorso che valga la pena di essere perseguito, l’unico che possa portare alla realizzazione della soluzione a due Stati.
Il Piano del Presidente Trump riconosce, infatti, l’aspirazione all’autodeterminazione del popolo palestinese, la cui realizzazione, insieme alla sicurezza di Israele, costituisce la pietra angolare della nostra azione per garantire un futuro di pace, di stabilità, di prosperità alla regione.