AgenPress. “La rottamazione quinquies è una misura di buon senso che offre respiro alle imprese, ma serve una riforma fiscale strutturale e condivisa.”
Lo dichiara il presidente nazionale della Fapi, Gino Sciotto, che accoglie con favore la misura inserita nella Legge di Bilancio 2026 che introduce una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, con possibilità di rateizzazione fino a 9 anni (54 rate bimestrali di pari importo) e prima scadenza fissata al 31 luglio 2026.
“È un provvedimento di buon senso – dichiara Gino Sciotto – che può restituire ossigeno a migliaia di piccole e medie imprese in difficoltà, specialmente a quelle che, pur avendo dichiarato correttamente i propri redditi, non sono riuscite a rispettare i versamenti a causa della crisi economica o dei ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione. La possibilità di rientrare in modo graduale e sostenibile rappresenta un passo concreto verso la ripresa”.
La sanatoria è destinata in particolare ai contribuenti che hanno ricevuto i cosiddetti “avvisi bonari”, e riguarda le cartelle relative al periodo 1 gennaio 2000 – 31 dicembre 2023. L’obiettivo dichiarato dal Governo è duplice: favorire il rientro regolare dei contribuenti e ridurre un arretrato fiscale che oggi supera i 1.100 miliardi di euro nominali.
“Questa misura – aggiunge Sciotto – va nella giusta direzione, ma non può essere l’unico rimedio a un problema strutturale che si ripresenta ciclicamente. Occorre un nuovo patto tra Stato e imprese, fondato su un sistema fiscale più equo, regole chiare, procedure snelle e una vera cultura della fiducia. Non si può chiedere alle imprese di essere motore della crescita e, al tempo stesso, trattarle come sospette per definizione”.
Il presidente della Fapi sottolinea inoltre la necessità di un dialogo costante tra Governo, Parlamento e corpi intermedi per costruire un fisco moderno e sostenibile:
“Chiediamo che questa rottamazione sia accompagnata da una riforma strutturale capace di prevenire nuovi accumuli di debiti fiscali e contributivi. Le imprese devono poter programmare, investire, creare lavoro. Lo Stato deve aiutarle, non solo inseguirle. È il momento di scegliere la via della responsabilità reciproca e della crescita condivisa”.
La Fapi conferma la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per individuare strumenti concreti di semplificazione, riduzione del carico fiscale e sostegno alla liquidità, a tutela del tessuto produttivo italiano, composto in gran parte da piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale dell’economia nazionale.
