Australia. Strage a Bondi Beach: padre e figlio responsabili della sparatoria alla festa ebraica, almeno 15 morti

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Un uomo di origini arabe è riuscito a disarmare uno dei killer


AgenPress. Una terribile strage ha sconvolto ieri sera Bondi Beach, celebre spiaggia di Sydney (Australia), dove una sparatoria ha colpito i festeggiamenti per la festa ebraica dell’Hanukkah, causando almeno 15 morti e decine di feriti. Le autorità hanno confermato che i due sospettati responsabili dell’attacco erano un padre e suo figlio.

L’attacco è avvenuto il 14 dicembre 2025 nel tardo pomeriggio, durante un evento con migliaia di persone radunate vicino alla spiaggia per celebrare la prima serata della festa delle luci. All’improvviso due uomini armati hanno aperto il fuoco sulla folla, causando panico e fuga tra i presenti.

La polizia ha descritto l’episodio come un atto terroristico mirato contro la comunità ebraica, e sta indagando su eventuali motivi ideologici alla base dell’assalto.

Le autorità hanno identificato i presunti autori dell’attacco come un uomo di circa 50 anni e suo figlio di 24 anni. Il padre è stato ucciso dalla polizia sul posto, mentre il figlio è stato ferito e trasportato in ospedale in condizioni critiche sotto custodia. La polizia ha confermato che non sono ricercati altri sospetti.

Secondo i primi accertamenti, il padre era in possesso di più armi da fuoco legalmente registrate e la polizia ha sequestrato diverse ordigni improvvisati durante le perquisizioni.

Almeno 15 persone sono state uccise dall’attacco, tra cui bambini e anziani, mentre oltre 40 persone sono rimaste ferite, alcune in modo grave. Le vittime provengono da diverse fasce d’età (tra i 10 e gli 87 anni) e includono sia cittadini australiani sia stranieri. Tra i morti è stato confermato anche il rabbino locale, Eli Schlanger, figura molto conosciuta nella comunità ebraica di Sydney.

Il Primo Ministro australiano ha condannato l’attacco definendolo un atto di pura malvagità e antisemitismo, e ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e alla comunità ebraica. La tragedia ha sollevato un forte dibattito sul controllo delle armi e sulle misure di sicurezza per eventi pubblici nel Paese.

Leader internazionali e rappresentanti di diverse nazionalità hanno espresso cordoglio e condanna per l’accaduto, sottolineando l’importanza di contrastare l’odio e il terrorismo di matrice antisemita ovunque.

Durante la sparatoria, alcuni presenti hanno tentato di fermare gli aggressori. In particolare un uomo di origini arabe è riuscito a disarmare uno dei killer subendo ferite nel tentativo di fermare la strage. Questo gesto coraggioso ha potuto limitare ulteriori vittime prima dell’intervento delle forze dell’ordine.

 

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