AgenPress. Domenica gli elettori cileni hanno eletto José Antonio Kast, esponente dell’estrema destra, come prossimo presidente del Paese, diventando così il capo di Stato più a destra dell’America Latina dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet nel 1990.
Il politico ultraconservatore, 59 anni, ha ricevuto circa il 58% dei voti; la sua avversaria, Janet Hara candidata con un’ampia alleanza di partiti di sinistra e di centro, ha ricevuto circa il 42%, secondo i risultati ufficiali, dopo lo spoglio di quasi tutte le schede.
Migliaia di suoi sostenitori si sono radunati presso la sede della campagna elettorale nel quartiere Las Condes di Santiago, una delle zone più ricche del paese.
Non appena è stato annunciato il risultato, un gruppo di persone ha iniziato a scandire ritmicamente “Pinochet”, agitando i ritratti dell’ex dittatore nel Paese in cui la dittatura militare (1973-1990) ha lasciato dietro di sé circa 3.200 morti.
Il capo della diplomazia statunitense, Marco Rubio, si è subito congratulato con il presidente eletto, sottolineando “le priorità comuni, in particolare il rafforzamento della sicurezza pubblica, la fine dell’immigrazione illegale e il rilancio delle nostre relazioni commerciali”.
Il presidente argentino ha espresso tramite X la sua “enorme gioia” dopo il “trionfo schiacciante del suo amico” José Antonio Kast, sottolineando che collaborerà sicuramente con lui affinché la regione “adotti le idee di libertà e possiamo liberarci dal giogo oppressivo del socialismo del XXI secolo”.
In Brasile, il presidente di centro-sinistra Lula ha augurato a Kast “ogni successo”.
La criminalità e l’immigrazione irregolare sono tra le principali preoccupazioni dei cittadini cileni, più delle difficoltà economiche dovute alla crescita lenta.
Gli esperti, tuttavia, parlano di una percezione che ha poco a che vedere con la realtà, poiché il Paese sta vivendo un aumento di rapimenti ed estorsioni, ma resta uno dei più sicuri dell’America Latina.
Durante questa campagna elettorale Kast, noto oppositore dell’aborto, anche in caso di stupro, e del matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha preferito mettere da parte le sue idee conservatrici più estreme.
La retorica della destra e dell’estrema destra sulla questione della sicurezza ha trovato terreno fertile in Cile perché il governo uscente è gravato da delusioni.
José Antonio Kast è figlio di immigrati tedeschi in Cile. Suo padre, membro del partito nazista in Baviera, emigrò nel paese dopo la seconda guerra mondiale e aprì uno stabilimento per la produzione di carne e salumi.
Kast ha annunciato che costruirà muri al confine, schiererà l’esercito nelle zone con alti tassi di criminalità e deporterà “tutti” coloro che si trovano illegalmente in Cile.
“Senza sicurezza non c’è pace. Senza pace non c’è democrazia. Senza democrazia non c’è libertà. Il Cile tornerà ad essere un Paese libero da criminalità, ansia e paura”, ha affermato.
La sua vittoria si aggiunge ad un più ampio spostamento in America Latina verso politici di destra che promettono principalmente, o meno, “legge e ordine”.
