AgenPress. Il 7 Ottobre 2023, in Israele, fu commesso un brutale attacco terroristico da parte di Hamas. Oltre 1200 persone persero la vita, 250 vennero rapite, tra terrore, sangue e distruzione. Molte di loro sono ancora in attesa di conoscere il proprio destino.
Sembra passata una vita da quell’orribile giorno, da un vero e proprio pogrom commesso ai danni dei cittadini israeliani, e invece è trascorso soltanto un anno. Un anno cruciale per il futuro del Medio Oriente.
Il sangue di quel 7 ottobre ha trascinato il mondo in una spirale di violenza senza fine. L’odio, sia quello vero, figlio di decenni di contrasti, sia quello ideologico, importato, che si respira talvolta nelle piazze di questa parte di mondo, si è trasformato in un muro di incomunicabilità, che costringe le persone a schierarsi con lo spirito cieco della tifoseria da stadio, non certo con la sensibilità che richiederebbe una vicenda così delicata e complessa.
Israele aveva ed ha il diritto di difendersi, perché aveva ed ha il diritto di esistere.
Ciò non consente certamente al governo di Netanyahu di commettere crimini di guerra ai danni dei civili palestinesi. Ed è più che doveroso che la Corte Penale Internazionale continui ad indagare e a monitorare anche la condotta dell’esercito israeliano e del suo governo, con l’imparzialità e l’oggettività che devono rappresentare un obbligo imperativo per la giustizia internazionale.
Nella politica internazionale, quando cade una tessera del domino è impossibile sapere fino a dove arriveranno le conseguenze. Il 7 ottobre 2023, una tessera del domino è caduta. Oggi, un anno dopo, vediamo i video di persone che ballano e festeggiano nelle piazze in Siria, in Iran e in buona parte del Libano per la morte di Nasrallah.
Vediamo Hamas ed Hezbollah in ginocchio e la Reppubblica Islamica dell’Iran avere paura. Vediamo anche la democrazia israeliana sempre più in crisi, e le immagini agghiaccianti della distruzione nella striscia di Gaza e in Libano.
Scene che rimarranno impresse nelle menti di una generazione intera.