AgenPress. Robert Redford è morto oggi nella sua casa a Sundance, Utah, all’età di 89 anni, circondato dai suoi cari, come confermato dalla sua portavoce.
Robert Redford è emerso negli anni ’70 come il volto del cinema americano con ruoli memorabili in film come Butch Cassidy and the Sundance Kid, The Sting, The Way We Were, All the President’s Men e Out of Africa.
Nel 1980 ha vinto l’Oscar come miglior regista con Ordinary People, che si aggiudicò anche il premio come miglior film. Ha successivamente diretto altri film importanti come Quiz Show, The River Runs Through It e The Horse Whisperer .
Nel 1981 ha fondato il Sundance Institute e il Sundance Film Festival, diventando un pilastro dell’indipendente cinema internazionale e dando spazio a nuove voci come quelle di Tarantino e Soderbergh.
Nato a Santa Monica, California, Redford ha studiato all’American Academy of Dramatic Arts prima di scalare Broadway e Hollywood. È stato sposato due volte e ha avuto quattro figli, di cui due prematuramente scomparsi: Scott (1959) e James (2020). Era un convinto ambientalista e attivista politico, sostenitore dei diritti civili, del cinema indipendente e dell’arte visiva.
L’annuncio della sua scomparsa ha scatenato un’ondata globale di tributi:
Mark Ruffalo ha condiviso una lettera emozionante in cui definiva Redford un “eroe” e ne ricordava l’influenza positiva su generazioni successive.
Robert Redford non era solo un attore o un regista: era una figura simbolica. Il Festival di Sundance rappresenta uno spazio vitale per il cinema indipendente mondiale. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Oscar onorario (2002), il Presidential Medal of Freedom (2016) e il Kennedy Center Honors (2005). Il suo impegno ambientale ha continuato fino agli ultimi anni, anche attraverso la Redford Center, fondata con suo figlio James nel 2005.
Redford ci lascia il 16 settembre 2025: un anno che segna la fine di un’era per Hollywood, l’indipendent cinema e la cultura americana.
Un uomo che ha incarnato l’eleganza del cinema classico, lo spirito dell’indipendenza artistica e l’impegno sociale: Robert Redford lascia un vuoto profondo, ma anche un’eredità duratura.