AgenPress. Il Presidente Trump ha avuto una telefonata di due ore con il leader cinese. Ha affermato che la Cina ha approvato un accordo preliminare per la proprietà americana di TikTok.
Donald Trump ha dichiarato pubblicamente che Xi Jinping avrebbe “approvato” questo accordo. Ha parlato di una telefonata “molto produttiva” in cui si sarebbero fatti progressi anche su tema del commercio, del traffico di fentanyl, della guerra in Ucraina, oltre che sull’intesa per TikTok.
Dal lato cinese, il riscontro ufficiale è più sfumato. Il governo di Pechino ha parlato di “negoziazioni commerciali basate sulle regole del mercato”, di “soluzioni conformi alle leggi e regolamenti cinesi” e “bilanciamento degli interessi”. Tuttavia, non ci sono al momento conferme ufficiali che Xi Jinping o altri organi decisionali abbiano formalmente “approvato” l’accordo in tutti i suoi dettagli.
Quando Trump dice che la Cina “ha approvato” l’accordo, potrebbe trattarsi di un’interpretazione politica o diplomatica che anticipa il consenso formale o l’accettazione delle linee generali, ma non significa necessariamente che tutti i dettagli siano definitivi o legalmente vincolanti.
Pechino, come è prassi in questi casi, sembra voler preservare margini di manovra, soprattutto per questioni di sovranità tecnologica, regolamentazione interna, e proprietà intellettuale.
L’accordo preliminare è un compromesso: per gli USA è un modo per evitare il blocco totale dell’app e alleviare le tensioni su sicurezza e privacy; per la Cina è un modo per mostrare apertura, mantenendo però protezioni e condizioni.
Se l’accordo si concretizzerà, TikTok potrebbe restare accessibile negli Stati Uniti, evitando il bando che era stato minacciato dalla legge approvata dal Congresso USA.
Questo passo potrebbe essere visto come un segnale di distensione o di compromesso in un momento di forti tensioni su commercio, tecnologia, tariffe, e sicurezza. Tuttavia, resta da vedere se simili accordi possano essere replicati in altri settori.
Le tensioni principali restano: chi controlla l’algoritmo, dove sono localizzati i server, come vengono gestiti i dati degli utenti, e che garanzie ci sono che la proprietà americana non sia solo formale ma sostanziale.
Trump potrà usare questo “accordo” come vittoria politica, specialmente per il suo elettorato più giovane e per chi riteneva che un divieto avrebbe danneggiato la libertà di espressione o le opportunità digitali. Allo stesso tempo, dovrà affrontare critiche da parte di chi ritiene che l’accordo non sia sufficientemente forte in termini di sicurezza.
L’affermazione di Trump — “la Cina ha approvato l’accordo preliminare su TikTok” — ha un fondamento nella realtà dei negoziati e del framework raggiunto, ma non è ancora chiaro se si tratti di un’approvazione piena, vincolante, e completa in termini legali e tecnologici.