Zelensky torna a Kiev con i comandanti catturati all’Azovstal. La rabbia di Putin

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AgenPress – Gli ufficiali ucraini del battaglione che difese per mesi l’acciaieria Azovstal di Mariupol, arresisi ai russi nel maggio del 2022 e rilasciati in uno scambio di prigionieri dopo una tappa in Turchia, sono tornati in Ucraina sullo stesso aereo di Zelensky, di ritorno dall’incontro con Erdogan a Istanbul.

Lo scrive l’Ukrainska Pravda, che pubblica anche un video nel quale si vede Zelensky in un aeroporto che abbraccia calorosamente i militari (in abiti civili) appena scesi da un pullman prima di imbarcarsi con loro sul volo di stato presidenziale.

Torniamo a casa dalla Turchia e riportiamo a casa i nostri eroi. Come riporta Rbc Ukraine, si tratta di Denys Prokopenko comandante del battaglione Azov, Serhiy Volynskyi, comandante ad interim della 36a Brigata Marina Separata, Svyatoslav Palamar, vice comandante del battaglione Azov, Oleg Khomenko, Maggiore della guardia nazionale ucraina, e Denys Shleha, colonnello della guardia nazionale ucraina.

Finalmente saranno con i loro parenti. Gloria all’Ucraina!”,  ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Dmitry Peskov ha accusato Ucraina e Turchia di violare gli accordi, per il quale il ritorno dei comandanti di Azovstal dalla Turchia all’Ucraina è una violazione dei termini degli accordi esistenti, mentre i termini del ritorno sono stati violati sia dalla parte turca che da Kiev.

Secondo i termini degli accordi, i difensori di Azovstal avrebbero dovuto rimanere in Turchia “fino alla fine del conflitto”, ha detto il portavoce di Putin.

Ha anche affermato che nessuno ha informato la Russia del trasferimento dei difensori di Azovstal in Ucraina.

Secondo Peskov, la decisione di estradare i difensori dell’Azovstal a Kiev in violazione degli accordi esistenti sarebbe collegata ai “fallimenti” della controffensiva ucraina.

Ha anche affermato che nel contesto dei preparativi per il vertice della NATO, la Turchia sarebbe stata sottoposta a forti pressioni e Ankara, in quanto membro dell’alleanza, gli mostra solidarietà e la Federazione Russa “capisce tutto perfettamente”, ma la violazione degli accordi non dipinge nessuno.

 

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