Carceri: detenuto morto a Bologna, Governo intervenga su sovraffollamento prima che sia troppo tardi

Agenpress. Apprendiamo con rabbia del primo detenuto morto di coronavirus, presso l’Ospedale Sant’Orsola a Bologna. Si tratta di un italiano di settantasette anni, recluso presso il carcere di Bologna a cui è stato negato quel diritto universale alla salute riconosciuto in Costituzione e in tutte le Carte dei diritti.

Ripetiamo, ancora una volta, le carceri stanno diventando dei lazzaretti per chi vi è ristretto e per chi vi lavora e che all’emergenza sovraffollamento si assomma l’emergenza sanitaria.

Ministro Bonafede e maggioranza parlamentare svegliatevi finchè non è  troppo tardi: emendate l’art. 123 del decreto legge Cura Italia in discussione ora al Senato!

Non si può lasciarsi imprigionare dalla demagogia di Salvini sul carcere da cui persino il suo Presidente della Repubblica ideale Vittorio Feltri ha preso le distanze.

Bisogna concedere la detenzione domiciliare almeno a 10.000 reclusi per sanare la situazione di indegno sovraffollamento che favorisce la diffusione del Covid19.

In più bisogna proteggere gli ultrasettantenni, soggetti particolarmente a rischio epidemia. Sono state avanzate numerose proposte sensate per affrontare la situazione.

L’unico limite deve essere la pericolosità sociale valutata di volta in volta dai magistrati di sorveglianza.

Evitiamo un’inutile strage certo incompatibile con la funzione educativa della pena.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Gianluca Schiavon, responsabile Giustizia

Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

 

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie