Coronavirus, Rotondi (FI): “Il vaccino deve essere obbligatorio”

AgenPress. So che è impopolare chiedere il vaccino obbligatorio contro il Covid, ma io vengo dalla Dc, dove l’impopolarità era considerata un investimento di medio termine: se dici la cosa giusta, fa niente se raccogli pernacchie, diventeranno applausi.

Sono convinto che l’obbligo vaccinale sia l’unico modo per uscire da questo incubo. Faccio una premessa: io non sono spaventato dal Covid, non lo sono mai stato. Una mia amica mi chiedeva come mai -attento come sono a tutte le prevenzioni mediche- quasi quasi il Covid mi ha preso alla sprovvista.

In realtà fin dall’inizio ho realizzato la pericolosità del virus, ma l’ho anche quantificata: dicevano che era la peggiore delle influenze moltiplicata per dieci, e così è stato anche nel numero dei morti (50000 è dieci volte il numero delle vittime annuale dell’influenza in Italia). Dunque non mi sono sconvolto, mi sono attenuto alle regole ma senza rinunciare a nessuna delle mie abitudini, neppure -da buon meridionale – al barbiere.

Insomma non sono un fobico, questo voglio dire. Il nuovo bipolarismo italiano divide l’elettorato in fobici e negazionisti: i primi vedono nel Covid una sciagura epocale inesorabilmente destinata a decimarci; i secondi credono che sia una balla inventata dai cinesi, dagli alieni, da Conte, insomma tutto tranne la disgrazia che è. Io non sono fobico né negazionista. Solo che del Covid ne ho piene le scatole, vi confesso.

Non se ne può più di una cagnara scomposta in cui tutti parlano di un argomento che in fondo nessuno conosce: i virologi si accapigliano come peones invitati per la prima volta a un talk; i politici cercano di speculare, ignorando una regola elementare e cioè che nelle disgrazie non si aumentano mai i voti, al massimo lì si conservano se si ha il buon senso di tacere e operare.

E nel frattempo il virus dà scacco matto a tutti. Ci rilassiamo in estate, e dicono che il Covid ha approfittato per allargarsi. Ci richiudiamo dentro, e i contagi avanzano a rotta di collo. Poi c’è la danza macabra delle cifre, con centinaia di morti che ogni giorno cascano sul piatto delle perdite.

Per quanto tempo vogliamo andare avanti così? Credete davvero alla favola che chiudendo i bar di sera il virus rallenta? Avete capito o no che i trentamila contagi al giorno sono solo quelli accertati, e i ‘contagi in nero’ sono come un fiume carsico, invisibile ma poderoso?

Facciamo i bravi, stiamo a casa, teniamo le mascherine, ma persuadiamoci di una cosa: se davvero i vaccini funzionano, tocca farli. Tutti. Non sta in piedi l’idea che si possa invocare la Costituzione e le libertà individuali perché di fronte alla salute pubblica non c’è un interesse prevalente: nel 1973 i campani furono obbligati a mettersi in fila e vaccinarsi contro il colera. I comunisti si guardarono bene dall’accusare di metodi fascisti il governo dell’epoca, come fanno oggi i no vax. E i governanti del tempo non erano impetuosi decisionisti ma due morbidi e accomodanti democristiani come il premier Mariano Rumor e il ministro della Sanità Luigi Gui.

Perché la Dc era Dorotea, malleabile, compromissoria ma di fronte alle necessità sapeva prendere una decisione e dare un comando.

Io penso che Conte e Speranza debbano agire come Rumor e Gui: dopodiché anche questo Covid ce lo saremo levato dalle scatole.

E’ quanto dichiara Gianfranco Rotondi Presidente della fondazione Dc e vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie