Il monito del giornalista sul rischio di perdita di legalitĆ diffusa sul territorio, allāindomani della riapertura di un Paese sempre piĆ¹ in crisi
Agnepress – āIl Coronavirus, come ogni rovescio di medaglia, ha portato con sĆ© anche i propri effetti positivi: animali che invadono inaspettatamente le strade, metropoli con meno polveri sottili rispetto al solito nonostante la perdurante mancanza di pioggia, aria di campagna in cittĆ , zero Testimoni di Geova in giro la domenica mattina a suonare i campanelli, mi si consenta la battuta.Ā Ma, soprattutto, anche furti in diminuzione negli appartamenti e lo stesso dicasi per scippi, spaccio e microcriminalitĆ . Ma per quanto, ancora?ā. Se lo domanda, nella propria opinione quotidiana ad Agenpress, il giornalista Maurizio Scandurra.
āScindiamo il problema. Presumibile che le grandi mafie stiano ragionando su come inserirsi nel territorio e fra i poteri forti per arricchirsi ancor piĆ¹ e meglio nel nuovo scenario economico pronto a sorgere a quarantena ultimataā, aggiunge.
āMentre – precisa Scandurra – ĆØ altrettanto innegabile, perĆ², che questa inaspettata e nuova crisi porterĆ lāItalia a fare i conti, a partire dal 41Ā° giorno in poi, con una pioggia di gang e bande rionali alla āI guerrieri della notteā di Walter Hill disperatamente sguinzagliate senza freni fra i quartieri alla ricerca di risorse per poter campare. Una situazione paradossale, ove il piccolo boss di turno con tanto di borsa della spesa in mano potrĆ apparire agli occhi del povero cristo di turno come un benefattore, un salvatore, una boa cui aggrapparsi, piuttosto che come un delinquenteā.
A lui si unisce Emanuele Crozza, noto avvocato penalista specializzato anche in diritto bancario e crisi dāimpresa: āPer quanto istanze errate entrambe, occorre sottolineare una profonda differenza. Un conto ĆØ lāorganizzazione criminale radicata e articolata che fa numeri da multinazionale multitasking. Ben altro, invece, ĆØ il cittadino disperato potenzialmente costretto in prospettiva a doversi inguaiare o farsi coinvolgere in azioni delittuose per sopravvivereā.
āCriminali improvvisati ed ex novo per riempire il frigo e pagare le bollette. Oppure pronti ad arruolarsi in nuovi gruppi guidati da gente che potrĆ garantire loro almeno un minimo di sussistenza per le proprie famiglie, offrendo certezze che lo Stato non puĆ² piĆ¹ o che in certe aree del Paese non ha mai persin potuto, circostanza ben piĆ¹ grave, dar loroā, aggiunge Crozza.
āUn poācome giĆ avviene – chiosa il legale – anche sul fronte dellāevasione fiscale: accanto ai furbetti del Fisco ādi mestiereā vāĆØ anche quella cosiddetta āda sopravvivenzaā, con cui pure lāItalia ormai da tempo di fatto convive suo malgrado, e a in nome della quale esistono anche diverse pronunce nei tribunali nazionaliā.