Detenuto denuncia due agenti polizia penitenziaria. Durante la traduzione da Roma le manette erano particolarmente strette

AgenPress. A Due agenti della Polizia Penitenziaria è stato notificato, dalla Procura di Frosinone, un atto di citazione a giudizio perché querelati da un detenuto che, secondo l’accusa, durante il viaggio di traduzione da Paliano a Roma e da Roma a Paliano, avrebbero particolarmente stretto le manette al recluso procurandogli delle lesioni guaribili in due giorni.

I fatti risalgono a febbraio del 2019 e i due agenti malcapitati si dovranno presentare il 2 dicembre 2020 davanti al Giudice di Pace di Ferentino (FR) per  rispondere dei reati di cui agli articoli 590 e 113 del c.p. 

 

Non si fa attendere la reazione di Carmine Olanda, Segretario Generale del SIPPE – Sindacato Polizia Penitenziaria che, basito, afferma: “questa vicenda è davvero incredibile; finire alle sbarre per delle manette presumibilmente strette e con una prognosi di due giorni è un fatto senza precedenti che non riusciamo a digerire.

 

La Polizia Penitenziaria non può lavorare in queste condizioni, preoccupandosi giornalmente di accuse infamanti di soggetti evidentemente senza scrupoli che utilizzerebbero lo Stato per colpire lo Stato stesso”. “Siamo stanchi – continua  Olanda- di essere accusati di torture, lesioni nei confronti dei detenuti. La polizia penitenziaria tutti i giorni salva vite umane, garantisce sicurezza sociale e non intende lavorare per pagare gli avvocati per difendersi da accuse che spesso si rivelerebbero fantasiose”. “Se un detenuto – conclude Olanda – denuncia per presunte manette strette, non posso immaginare quali sarebbero le accuse se lo Stato autorizzasse la Polizia Penitenziaria ad usare il Taser in carcere.

Ecco perché chiediamo norme che tutelino il lavoro della Polizia Penitenziaria, prevedendo un reato specifico, con pene severe, per detenuti che aggrediscono gli agenti della Polizia Penitenziaria”. 

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