Di Battista: “Quotidiani che appartengono a politici e che fanno politica diffamando ed insultando, continuano a ricevere denaro pubblico”

AgenPress. Pochi giorni fa, nel silenzio generale (salvo rare e meritevoli eccezioni) il governo dell’assembramento letale ha posticipato al 2023 l’entrata in vigore dei tagli ai contributi pubblici all’editoria.
Sia chiaro, ci sono realtà editoriali che fanno cultura (poche ma ci sono). Ma qui siamo alla follia. Quotidiani che appartengono a politici e che fanno politica diffamando ed insultando, continuano a ricevere denaro pubblico.
Nel 2019 oltre 5 milioni di euro, sono finiti nelle casse di Libero, un giornale che appartiene ad Antonio Angelucci, attuale deputato di Forza Italia, partito di governo. Ovviamente i giornalisti ed i lavoratori del settore, come tutti, hanno diritto agli ammortizzatori sociali in tempo di crisi.
Ma perché continuare a pagare per mentire? Come era prevedibile esponenti del PD come la Serracchiani hanno già esultato. Nel frattempo Berlusconi ha piazzato un suo uomo, Giuseppe Moles, sottosegretario all’editoria nel governo Draghi.
In pratica colui che si occuperà del finanziamento pubblico ai giornali è collega di partito di colui il quale grazie ai finanziamenti campa. Tu chiamala se vuoi…restaurazione….
E’ quanto dichiara, in un post su FB, Alessandro Di Battista.
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