Elezioni. Giorgia Meloni è la donna più pericolosa in Europa? “Orgogliosi della fiamma, ma non sono fascista”

AgenPress – “La fiamma nel logo di Fratelli d’Italia non ha niente a che vedere con il fascismo ma è il riconoscimento del viaggio compiuto dalla destra democratica nella storia della nostra repubblica. E ne siamo orgogliosi”.

Lo dice la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un’intervista rilasciata al settimanale britannico The Spectator, che in copertina riporta una caricatura della politica italiana con il titolo “Giorgia Meloni è la donna più pericolosa in Europa?”

 “Non ho paura di ripetere per l’ennesima volta che non credo al culto del fascismo”. E descrive le leggi antisemite di Mussolini del 1938 come “detestabili”. Perché, chiedo, fa così poco riferimento al fascismo? “È qualcosa che non mi appartiene”. 

Nel lungo colloquio con l’intervistatore Nicholas Farrell – autore della biografia ‘Mussolini: A New Life’ – Meloni spiega che “quando abbiamo fondato Fratelli d’Italia, lo abbiamo fondato come centro-destra, a testa alta. Quando sono qualcosa, io lo dichiaro. Io non mi nascondo. Se fossi fascista, direi che sono fascista. Non ho mai parlato di fascismo, invece, perché non sono fascista”.

“Nel DNA di Fratelli d’Italia non c’è nostalgia del fascismo, del razzismo, dell’antisemitismo. C’è invece un rifiuto di ogni dittatura: passato, presente e futuro.’ Che dire di quelle volte in cui i membri del suo partito sono stati filmati mentre facevano il saluto fascista? “Sono una piccola minoranza””. “Ho sempre detto ai capi del mio partito, anche nei promemoria, di esercitare la massima severità con ogni manifestazione di imbecille nostalgia perché i nostalgici del fascismo non ci servono. Sono solo gli utili idioti della sinistra”.

Meloni considera sé stessa e il partito da lei guidato più vicino alle posizioni di Roger Scruton, filosofo britannico ed esponente del conservatorismo tradizionalista, che al socialismo rivoluzionario di Mussolini.

“Penso che oggi la grande sfida globale, non soltanto in Italia, sia tra coloro che difendono l’identità e coloro che non lo fanno. Questo è quello che Scruton vuole dire quando afferma che se si distrugge qualcosa, non necessariamente si crea qualcosa di nuovo e migliore. Se fossi britannica, probabilmente sarei una Tory. Ma sono italiana”.

Meloni parla della campagna diffamatoria dei suoi oppositori politici, che sono “davvero ben radicati” nei centri nevralgici del potere: in particolare il Partito Democratico post-comunista.  “Ammettiamolo”, dice. “Gli attacchi concertati in rapida successione [contro di me] possono avere un solo regista. La sinistra ha il controllo della cultura. È il mainstream. Non solo in Italia. Lanciano il grido di aiuto: e tutti saltano ad esso”.

È così irritata dall’accusa di fascismo che la scorsa settimana ha inviato un video a corrispondenti esteri con sede in Italia, in cui attesta in tre lingue di non essere fascista e di non costituire una minaccia per la democrazia.

Nel videomessaggio della scorsa settimana ha cercato di affrontare che: “La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia decenni fa, condannando senza ambiguità la soppressione della democrazia e le vergognose leggi contro gli ebrei”.

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