Sta emergendo una incapacità strutturale di fare fronte alla situazione. Si fa un deficit sempre più grande e non arrivano né i medici né le terapie intensive che mancano, né i risarcimenti dovuti a persone e imprese in tempo reale. La gestione commissariale ministeriale in Calabria è un monumento alla crisi strutturale dello Stato ma né ministro né commissario si degnano di chiedere almeno scusa. Bisogna trovare il coraggio di scegliere figure competenti prima di tutto e di provata indipendenza, e ancora meglio se sono calabresi. Scelti tra coloro che hanno fatto bene in casa o tra i tanti cervelli che si sono coperti di gloria in giro per il mondo nell’amministrazione sanitaria e nella scienza
AgenPress. Uscire dal Paese Arlecchino con un nuovo patto tra maggioranza e opposizione per rifare lo Stato. Risarcire con generosità chi rischia di fallire per colpe non sue invece di dare poco a tutti indistintamente.
Provare a contenere l’inevitabile deriva della protesta sociale in un quadro generale sempre più sfilacciato e diseguale. Potremmo prendere esempio dall’Alto Adige che ha dichiarato la zona rossa prima di tutti in assoluta solitudine e in piena consapevolezza.
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