Magrini (Coldiretti): “Sbagliato legare il problema della regolarizzazione dei migranti con la necessità di manodopera nei campi”

Agenpress. Romano Magrini, responsabile delle relazioni sindacali, del lavoro, dell’immigrazione e della sicurezza presso Coldiretti, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sulla regolarizzazione dei migranti per il lavoro nei campi. “E’ una sorta di regolarizzazione di tutte le posizioni lavorative che non erano regolari e che riguarderanno immigrati ma anche italiani -ha affermato Magrini-. Un Paese civile sicuramente non può non tener conto della situazione in cui si trovano tante persone che lavorano in maniera non regolare, spesso nelle mani della criminalità organizzata. La situazione in qualche modo deve essere affrontata, con l’espulsione o con la sanatoria, ma non si può far finta che queste persone non esistano.

A fianco a questa c’è però un’altra esigenza, che è quella della mancanza di manodopera nel settore agricolo, dove mancano 200mila lavoratori. Legare le due cose secondo me è sbagliato, anche perchè quando la norma andrà in gazzetta ufficiale e quando i lavoratori otterranno il permesso di soggiorno, saranno passate settimane se non mesi e le campagne di raccolta entreranno nel loro massimo i primi di giorno. Quindi è importante averla in questo momento la manodopera. L’emergenza occupazionale che abbiamo si può risolvere solo in due modi: attraverso la disciplina dei corridoi verdi o attraverso l’introduzione dei voucher. Il governo è contrario ai voucher perchè ci sono stati abusi in alcuni settori, ma in agricoltura questo non è successo. In agricoltura abbiamo previsto una regola molto semplice: nessun operaio agricolo può essere assunto coi voucher.

Coi voucher possono essere assunti solo pensionati, studenti e cassaintegrati. I voucher servono solo a coprire quel pezzettino di mercato che altrimenti sfugge. Abbiamo proposto anche di far lavorare i percettori del reddito di cittadinanza, sommando il reddito agricolo all’ammortizzatore sociale che percepiscono”.

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