‘Ndrangheta. Gratteri, fuga di notizie ci ha fatto “ballare” per un anno. Accelerato blitz.

Agenpress – Il rischio era quello di “perdere tutto. Politici coinvolti, avvocati, commercialisti, funzionari pubblici, cancellieri del Tribunale, è tutta gente  che aveva un lavoro non aveva bisogno di mettersi al servizio dell’ndrangheta. Le cosche non sono in grado di fare riciclaggio sofisticato, per farlo hanno bisogno di professionisti i quali si sono messi a disposizione”.

Lo ha spiegato  il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri dopo la mega-operazione che ha smantellato le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese e ricostruito legami e affari con imprenditoria e politica.

“Le fughe di notizie ci hanno fatto ‘ballare’ per un anno.  Ieri sera siamo impazziti: anticipare l’azione programmata di 3mila carabinieri non è cosa facile, non eravamo pronti. Ma grazie a tutti gli uomini in campo è stato possibile anticipare tutto”. Un coordinamento tra le varie sezioni dell’Arma che ha visto un ruolo operativo di GisRosCacciatori di Calabria, Sardegna e Puglia per la più “grande operazione dopo quella che portò al maxi-processo a Cosa Nostra”.

Così inquirenti e investigatori hanno dovuto accelerare, ridisegnando tempi e mappa dei 330 arresti, intervenendo in alcuni casi sui treni a bordo dei quali gli indagati stavano per partire verso il Nord. Roba da “impazzire”, ha aggiunto Gratteri.

“Il blitz era programmato per la notte tra giovedì e venerdì, ma una fuga di notizie ci ha fatto impazzire: rischiavamo di perdere tutto e abbiamo deciso di anticipare l’operazione di 24 ore”, ha spiegato Gratteri. Non si è trattato del primo “spiffero” arrivato agli uomini legati alla ‘ndrangheta come testimoniano alcune intercettazioni nelle quali gli indagati parlano di una “qualcosa di pauroso” che bolliva negli uffici della procura e sapevano che dietro c’è il procuratore capo di Catanzaro.

“Bisognava avere un’idea una strategia, un sogno, una rivoluzione – ha continuato Gratteri – Ho pensato questo il giorno del mio insediamento: smontare la Calabria come un Lego e poi rimontarla piano piano. Era necessario fare sinergia, mettere a frutto l’intelligenza e la professionalità dei miei ragazzi, tutti magistrati giovani e straordinari”.

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