Pandemia, in Italia 12 milioni di lavoratori rischiano di trovarsi in una condizione di povertà

AgenPress. La crisi pandemica ha colpito circa 12 milioni di lavoratori tra dipendenti e autonomi, la cui attività lavorativa è stata sospesa, o ridotta, in seguito al lockdown deciso dal Governo per limitare l’aumento esponenziale dei contagi.

Sono donne, uomini e famiglie che rischiano di precipitare nella povertà o nel lavoro nero. Si potrebbe verificare, infatti, il loro assorbimento nell’economia sommersa, andando ad aumentare quella quota di lavoro nero strutturale.

Il funzionamento del mercato del lavoro e dell’economia risultano, inoltre, modificati dalla crisi pandemica e dai provvedimenti adottati per contrastarla, con impatti diversificati per settori, territori e gruppi sociali, allargando divergenze e diseguaglianze storiche. Si tratta di fratture non correlate con gli usuali parametri economici, ma da connotazioni strutturali e organizzative che determinano la maggiore o minore esposizione di ciascuna realtà al rischio di contagio.

Gli impatti economici e sociali più gravi si sono verificati non nelle attività manifatturiere, ma in settori ad alta intensità di relazioni personali come il turismo, la ristorazione, le attività di cura e i servizi in genere.

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