Pietro Pietrini: “Ecco cosa sta succedendo sui social network sempre più utilizzati dai minori”

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AgenPress. “Internet è uno strumento potentissimo e come ogni strumento non è buono né cattivo in assoluto, ma dipende dall’uso che se ne fa, come hanno ben illustrato i partecipanti questa sera. I giovani oggi si trovano in una situazione radicalmente diversa da quella nella quale ci trovavamo noi alla loro età: noi dovevamo andare a cercare le informazioni, per questo ci si rimetteva alla guida di insegnanti e genitori, si ricorreva alle enciclopedie accreditate e famose, si confrontavano i testi. Oggi i giovani sono sommersi da informazioni, basta inserire una qualsiasi parola e i motori di ricerca forniscono migliaia e migliaia di voci, senza distinguere tra informazioni vere e riscontrate e quelle false o di parte. Anzi, proprio a causa degli algoritmi usati dai motori di ricerca, sono le voci più sensazionali quelle che vengono proposte per prime. Per questo è fondamentale insegnare ai nostri figli ad usare un approccio critico, a ragionare dati alla mano, a confrontare opinioni diverse, a chiedersi sempre il perché delle cose”

“Internet ha abolito l’attesa. Qualunque cosa, da una ricerca ad uno scambio epistolare, può avvenire in tempo reale. Indubbiamente questo ha aspetti vantaggiosi, ma al contempo disabitua i giovani sia al gusto dell’attesa sia alla tolleranza alla frustrazione. Tutto e subito. Questo non è necessariamente solo un bene”

Lo ha detto lo psichiatra Pietro Pietrini neuroscienziato, ora Direttore della Scuola IMT Alti Studi Lucca icommentando gli interventi degli ospiti del programma Monitor su Italia 7, condotto da Gaetano D’Arienzo.

Nel corso della trasmissione erano intervenuti il Prefetto Francesco Tagliente; Il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Nunzia Ciardi;  Il Questore di Livorno, Roberto Massucci  il vice direttore del  Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini; il componente del Garante per la protezione dei dati personali, avvocato Guido Scorza; Il magistrato specializzato in indagini sui crimini informatici e cyberterrorismo, Eugenio Albamonte; l il ricercatore emerito del Consiglio Nazionale delle Ricerche Domenico Laforenza;

Il conduttore D’Arienzo ha animato il dibattito portando gli ospiti, tutti massimi esperti di prevenzione e lotta ai crimini informatici, ad affrontare vari temi di scottante attualità.

Cosa sta succedendo sui social network sempre più utilizzati dai minori; l’effetto della pandemia sulla sicurezza dei teenager; le grandi opportunità e le crepe della struttura digitale, specialmente per gli adolescenti, maggiormente esposti ai rischi online;  l’influenza dei socia network e delle rappresentazioni della violenza sui comportamenti pericolosi di alcuni giovani; le insidie del pericolosissimo web sommerso, la parte oscura di internet, sconosciuto ai più; il pericolo dei furti di identità; Incremento dello sfruttamento sessuale dei minori realizzati tramite social network, circuiti di file sharing, darknet; l’esigenza di regole comuni di dimensione sovranazionale per assicurare la protezione ai minori e alimentare la “cultura civica digitale” anche degli adulti con il coinvolgimento Istituzioni, dei gestori delle piattaforme, scuole e famiglie; se esiste un filo conduttore tra violenza su uno schermo di uno smartphone ed emulazione.

Il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Nunzia Ciardi ha affermato che il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online ha potuto rilevare che sono i reati di sfruttamento sessuale dei minori realizzati tramite social network, circuiti di file sharing, darknet a conoscere gli incrementi più gravi: nell’anno del covid (2020) l’incremento dei casi è sostanziale pari al 132% di casi trattati e del 90% in relazione agli abusanti indagati.

Nel 2021, il trend in crescita non accenna a dare tregua e travolge bambini sempre più fragili per età: solo nel primo quadrimestre del 2021, si verificano incrementi pari al 70% dei casi trattati per reati connessi con la pedopornografia e l’adescamento online rispetto all’anno precedente.

In questo ultimi quindici mesi, contrassegnati dalla pandemia, hanno fatto registrare i maggiori e preoccupanti incrementi i fenomeni dell’adescamento on-line e della Sextortion, sottolineando l’allarmante abbassamento dell’età delle vittime.

In tale contesto, purtroppo, si è accertato che anche bambini piccolissimi, di età compresa tra 0 e 9 anni, vengono agganciati sui social, sulle app di gioco e condotti in relazioni tecnomediatedi tipo abusante da adulti senza scrupoli, atteso che quella fascia di età dovrebbe essere invece sempre al sicuro, protetta dalla famiglia e guidata in ogni azione dalla supervisione adulta.

Anche il cyberbullismo subisce l’effetto di innesco della pandemia e registra nel primo quadrimestre del 2021 un incremento delle denunce pari al 96% (116 le denunce del 2020 contro 228 quelle del 2021), coinvolgendo, con un trend in aumento, anche bambini di età inferiore ai 13 anni.

Negli ultimi 5 anni (2016-2020) il numero complessivo dei minori denunciati all’Autorità Giudiziaria per aver commesso reati online è cresciuto ad un ritmo vertiginoso, con un incremento percentuale pari al 213% (dai 75 casi del 2016 ai 235 del 2020).

L’età media dei ragazzi accusati di reati gravi come la pedopornografia si è abbassata di un punto, passando dai 16 ai 15 anni del 2020 ed è in crescita l’interessamento di ragazzi anche non ancora imputabili. Nel 91% dei casi sono maschi che contribuiscono a far circolare materiale pedopornografico e che entrano nel circuito penale minorile con un’etichetta grave.”

Il dibattito in diretta TV su Monitor  è stato promosso dal prefetto Francesco Tagliente nella veste di delegato alle relazioni istituzionali dell’Associazione nazionale insigniti dell’Ordine  al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) nell’ambito della più ampia campagna di comunicazione sui i grandi valori richiamati dalla Costituzione e reso possibile grazie alla disponibilità dell’Editore Giovanni Sciscione e del Direttore dell’emittente televisiva Italia 7, Fabrizio Manfredini, regista del programma Monitor.

“Quando si parla di diritti nello spazio digitale, – ha affermato il prefetto Tagliente – la questione diventa molto complessa perché per regolare una rete informatica, servono regole comuni di dimensione sovranazionali. Bisogna impegnare ulteriormente i Governi affinché venga assicurata particolare protezione ai minori e garantita anche una formazione permanente degli educatori sui rischi del mondo digitale.

Il mondo digitale ha trasformato le nostre vite con incredibile velocità e con effetti difficilmente prevedibili. La nostra vita ha trovato nelle tecnologie digitali strumenti per esprimere nuove esigenze alle quali è impossibile ed irrealistico rinunciare. E’ importante dare maggiore impulso alla educazione digitale. Dovrebbe diventare materia di studio a partire dalla scuola di base come progetto capace di coinvolgere tutti gli interlocutori delle diverse generazioni.

Tutti gli attori istituzionali compreso i servizi pubblici radiotelevisivi, sono chiamati a promuovere una educazione della persona digitale rivolta a tutti i cittadini, agli operatori, agli utenti dello spazio digitale.”

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