Ponte Genova. Cozzi (Procuratore). “Si sono accumulati anni di ritardi nelle ispezioni”

AgenPress – “Nei casi delle altre tragedie di cui mi sono occupato si sono completati i gradi di merito nei tempi. L’esito del processo è un altro discorso, ma è un nostro obiettivo evitare che l’indagine sul ponte si concluda con una denegata giustizia: è inaccettabile, soprattutto in vicende delicate come questa”.

Lo sottolinea il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, in una intervista sul Fatto quotidiano nel giorno in cui si inaugura il nuove ponte San Giorgio.

“Mi sono occupato di diversi disastri che hanno coinvolto opere umane ed è sempre arduo ipotizzare che sia un caso. Può esserci un fattore naturale che agevola un processo, pensiamo alle alluvioni del 2011 o del 2014, o comportamenti che diventano concausa del disastro, ma in questo caso bastava rifarsi a Renzo Piano: un ponte non ha margini di aleatorietà o insicurezza, un ponte è un’opera di ingegneria basata su calcoli e che deve rispettare norme di progettazione, costruzione e manutenzione. Se così è, non può crollare”.

“Aspettiamo l’esito dell’incidente probatorio,  ma le risultanze di indagine fino a questo momento non ci hanno fatto convincere del contrario”. C’è un pregiudizio contro Autostrade? “Fin dall’inizio la procura ha vagliato tutte le possibili ipotesi, senza escluderne nessuna. Dal fulmine al cedimento del terreno, posso assicurare che è stato dato incarico ai nostri consulenti di valutarle”.

Cozzi denuncia anche lo stato di incuria in cui versano le infrastrutture, in particolare in Liguria: “Si sono accumulati anni di ritardi nelle ispezioni. Dal quadro complessivo emerge che l’infrastruttura autostradale negli ultimi 50 o 60 anni aveva necessità di una cura e un’attenzione probabilmente superiore, altrimenti non si spiega come all’improvviso le ispezioni abbiano dato certi risultati o perché Placido Migliorino, il perito del Mit, abbia parlato del 95% di gallerie a rischio in Liguria”.

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