AgenPress – Una quarantina di condanne a carico di capi e affiliati del clan Casamonica. Lo hanno deciso dopo 7 ore di camera di consiglio i giudici della X sezione penale del Tribunale di Roma che hanno riconosciuto l’associazione di stampo mafioso per l’organizzazione criminale attiva nell’area est della Capitale. Tra i reati contestati anche l’estorsione, usura e detenzione illegale di armi. Un’impianto accusatorio che conferma quello della Direzione distrettuale antimafia della Capitale, rappresentata dai pm Giovanni Musarรฒ e Stefano Luciani. Alla lettura del dispositivo, nell’aula bunker di Rebibbia era presente anche il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Ilaria Calรฒ.
Il processo รจ scaturito dall’indagine dei carabinieri “Gramigna” coordinata dai pm della Dda di piazzale Clodio. Per questa stessa vicenda, nel maggio del 2019, erano state disposte 14 condanne in abbreviato e tre patteggiamenti.
Il procuratore aggiunto della Dda di Roma Ilaria Calรฒ commenta cosรฌ la sentenza del maxi processo: “Decisione molto importante che conferma la validitร dell’impostazione data dalla Dda e la serietร ย ย del lavoro svolto da procura e polizia giudiziaria in questi anni”.
“Sentenza sconcertante, ma non sorprendente”, ha commentato l’avvocato Giosuรฉ Bruno Naso, difensore di diversi imputati, tra i quali Giuseppe e Domenico Casamonica, dopo la sentenza emessa dai giudici della Decima sezione penale del tribunale di Roma. โFaremo appello – ha detto il penalista – E sono curioso di vedere come verrร superata la sentenza della corte d’appello che ha deciso su coloro che avevano scelto il rito abbreviato. Per loro l’aggravante di mafia รจ caduta. C’รจ il rischio di un conflitto di giudicati”.
A differenza del Mondo di Mezzo, quell’ecosistema criminale che aveva messo le mani su Roma ma che secondo la Cassazione non rappresentava un’associazione mafiosa, al sistema Casamonica puรฒ applicarsi il 416 bis del codice penale: intimidazioni, omertร , delitti per controllare il territorio e le sue attivitร sono stati riscontrati. E ora le nuove condanne (dopo le 14 in rito abbreviato e i tre patteggiamenti nel maggio del 2019), sono un altro colpo al clan, che disponeva di numerosi capannoni, ville e villette con piscina, anche abusive, in parte distrutte e in parte confiscate e assegnate a realtร sociali.