AgenPress – La casa può non essere un ambiente sicuro per le donne: le donne vittime di violenza sono prevalentemente uccise in ambito domestico, nel 77,6% dei casi nel 2020 caratterizzato da pandemia e lockdown, mentre gli uomini da persone sconosciute, conoscenti o nell’ambito della criminalità organizzata.
Il dato è stato rimarcato dalla direttrice centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell’area delle statistiche sociali e demografiche dell’Istat, Linda Laura Sabbadini, nel corso dell’audizione in commissione Lavoro della Camera sulle disposizioni per l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere.
Nei mesi di marzo e aprile 2020, la percentuale di donne uccise da partner o parenti ha raggiunto rispettivamente il 90,9% e l’85,7%. Tra i dati, inoltre, nel 2021 sono state 15.720 le donne che hanno contattato il “1522”, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, un dato stabile rispetto al 2020 (15.128) ma quasi raddoppiato dal 2019 (8.427), ha indicato Sabbadini, sottolineando che l’aumento risente anche delle campagne di sensibilizzazione incrementate durante l’inizio della pandemia.