Sanità. Il ticket si pagherà per fasce di reddito e avrà un tetto massimo annuale

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Agenpress – Il costo dei ticket sanitari sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente”. E’ quanto prevede una prima bozza del ddl di riordino della materia dei ticket, annunciato dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Con la norma proposta, si legge nella bozza, “si intende garantire una maggiore equità nell’accesso dei cittadini all’assistenza sanitaria”.

I ticket saranno dunque fissati sulla base di precisi criteri indicati nella bozza del provvedimento.

Oggi il ticket è previsto per tutti, gli esenti sono coloro che guadagano meno di 36mila euro l’anno e hanno più di 65 anni e meno 6 e le persone con una patologia cronica o comunque grave (come il tumore). Il costo per la visita specialistica è di 36 euro ma ci sono tariffe diverse a seconda delle prestazioni.

Sono identificate le prestazioni sanitarie erogate a tutela di condizioni di particolare interesse sociale, escluse dalla partecipazione alla spesa sanitaria, come i soggetti vulnerabili privi di reddito. la partecipazione alla spesa sanitaria è graduata in relazione al reddito prodotto dal nucleo familiare fiscale, rapportato alla composizione del nucleo stesso sulla base di una scala di equivalenza (reddito equivalente RE).

La disciplina della partecipazione alla spesa sanitaria tiene conto della presenza di malattie croniche e invalidanti o di malattie rare oppure del riconoscimento di invalidità o dell’appartenenza a categorie protette; è fissato un importo massimo annuale di partecipazione alla spesa sanitaria, rapportato al reddito equivalente, al superamento del quale cessa l’obbligo della partecipazione alla spesa sanitaria”.

Quanto ai tempi, “al fine di rendere più equo il regime di compartecipazione alla spesa sanitaria per le prestazioni specialistiche e di diagnostica ambulatoriale – si legge – entro il 31 marzo 2020, sono individuate le nuove quote di compartecipazione per tali prestazioni, in modo da assicurare l’invarianza di gettito totale”.

“Governo e Regioni – è scritto nel documento – convengono sulla necessità di garantire una maggiore equità nell’accesso dei cittadini all’assistenza sanitaria attraverso una revisione della disciplina della partecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini che preveda la graduazione dell’importo dovuto in funzione del costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente” (vale a dire del reddito prodotto dal nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare). Anche stabilendo un
importo come  limite massimo annuale di spesa, al raggiungimento del quale cesserà l’obbligo dell’assistito di partecipare alla spesa sanitaria”.

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