Agenpress – Nell’anno scolastico 2017/2018 sono attivi sul territorio nazionale 13.145 servizi educativi per la prima infanzia. Il 51% dei 354.641 posti autorizzati al funzionamento sono pubblici. Tale dotazione è ancora sotto il parametro del 33% fissato dall’Unione Europea già per il 2010. I posti nei servizi educativi rivolti alla prima infanzia coprono infatti solo il 24,7% dei potenziali utenti – i bambini con meno di 3 anni.
Rispetto all’anno precedente si registra un lieve aumento della copertura (+0,7%), dovuto sia al calo dei bambini residenti in Italia sia a un lieve incremento dei posti disponibili (+0,3%).
L’offerta educativa per la prima infanzia si compone per circa l’80% di nidi d’infanzia (gli asili nido tradizionali), a cui si aggiunge il 2% di posti nei nidi aziendali e il 10% nelle “sezioni primavera”, organizzate solitamente all’interno delle scuole d’infanzia, cui possono accedere i bambini dai 24 ai 36 mesi.
In Italia i bambini sotto i 3 anni che frequentano una struttura educativa sono il 28,6%, valore inferiore alla media dell’Unione Europea, pari al 34,2%. Il dato comprende anche una piccola quota di bambini che frequentano le ludoteche, nonché gli iscritti alla scuola dell’infanzia come “anticipatari” (il 5,2% dei bimbi residenti tra 0 e 2 anni). La percentuale di bambini sotto i 3 anni che frequentano un servizio educativo specifico non supera dunque il 23,4% della popolazione target.
La quota di bambini che hanno usufruito dell’offerta comunale di servizi educativi è passata dal 13,0% del 2016/2017 al 13,5% dell’anno successivo. Il lieve aumento è dovuto principalmente agli iscritti negli asili nido – che crescono per il secondo anno consecutivo dopo la flessione iniziata nel 2011 e la successiva stabilizzazione – mentre l’utenza nei servizi integrativi è rimasta pressoché invariata. In termini assoluti sono 194.567 i bambini iscritti nei nidi e nei servizi integrativi comunali e privati convenzionati al 31.12.2017, il 2% in più rispetto all’anno precedente.
Nel 2017 la spesa corrente impegnata dai comuni per i servizi educativi ammonta a circa 1 miliardo e 461 milioni di euro, di cui il 19,6% rimborsata dalle famiglie sotto forma di compartecipazione degli utenti.
A livello territoriale persiste ancora un’elevata eterogeneità sia per quanto riguarda l’offerta, rappresentata dalla quota di Comuni che offrono i servizi (Nord-est 89,4%, Nord-ovest 59,1%, Centro 54,3%, Sud 47,2% e Isole 33,8%, con un valore medio nazionale del 58,3%), sia rispetto ai bambini residenti presi in carico dai Comuni: si passa dal 19,6% del Nord-est al 5,1% del Sud, a fronte di un valore medio nazionale che si attesta al 13,5%.