Libia. Haftar ferma le esportazioni di petrolio. Onu, conseguenze devastanti

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Agnepress – La Compagnia petrolifera nazionale (Noc) libica oggi “fermerà tutte le esportazioni di greggio da tutti i porti e terminal nella Libia centrale ed orientale” su ordine di due capi militari al comando del generale Khalifa Haftar. La produzione di petrolio verrebbe ridotta di “almeno 700 mila barili al giorno” per un valore di “oltre 47 milioni di dollari” quotidianamente, scrive l’emittente Libya al-Ahrar sul proprio sito.

I due comandanti che avrebbero “ordinato ai dipendenti dei terminal petroliferi di sospendere le esportazioni” sono Naji Al-Maghrabi, capo delle Guardie degli impianti petroliferi (Pfg), e un non meglio precisato “comandante della sala operazioni della Sirte”. Fedeli di Haftar ieri avevano chiuso il terminal di Zueitina, nell’est del golfo della Sirte e “hanno minacciato di bloccare le esportazioni di tutti i terminal petroliferi nel Paese”, ricorda il sito.

La missione Onu in Libia esprime “profonda preoccupazione per gli attuali sforzi per interrompere o compromettere la produzione di petrolio” nel Paese. “Questa mossa avrebbe conseguenze devastanti prima di tutto per il popolo libico che dipende dal libero flusso di petrolio – si legge in un comunicato dell’Unsmil – e avrebbe effetti terribili per la situazione economica e finanziaria già deteriorata del Paese”. L’Unsmil reitera “l’importanza di preservare l’integrità e la neutralità della National Oil Corporation”.

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