L’opinione di Roberto Napoletano. Clausola del 34% di investimenti al Sud. Una presa in giro

Agenpress – La clausola voluta da questo governo di riservare il 34% degli investimenti pubblici ordinari al Mezzogiorno è acqua fresca. Ha tanti limiti normativi incorporati. Riflette supina i diktat della politica del Nord. Non fa nulla per ridurre le diffuse debolezze amministrative locali. Diciamo le cose come stanno: non serve a nulla e, infatti, non produce nulla, non apre nemmeno un cantiere in più nelle regioni meridionali. Non siamo noi a sostenerlo, ma ovviamente con linguaggio e forme differenti, oltre che i necessari riferimenti giuridici, è l’ufficio parlamentare del bilancio (Upb) in un rapporto dedicato alla politica di bilancio 2020.

Come? Perché? Presto detto. Punto 1) La norma delimita l’ambito di sua applicazione alle risorse “per le quali non siano già previsti criteri o indicatori di attribuzione”. Punto 2) Il perimetro riguarda “le grandi imprese pubbliche nazionali”, ma si applica soltanto a “Anas e Ferrovie”. Punto 3) Vanno escluse le risorse del fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie e quelle del fondo per lo sviluppo e la coesione. Punto 4) Vanno tassativamente non toccati i fondi per i quali è già presente “uno specifico vincolo territoriale”. Punto 5) Nessuna sanzione è prevista per chi non rispetta la clausola sulla quota riservata. Punto 6) Lo stanziamento di risorse nel bilancio dello Stato non è garanzia di erogazione effettiva.

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