Il giornalista contesta l’eccesso di procedure che ostacolano l’erogazione immediata del credito alle imprese italiane
Agenpress. “Regna sovrano lo scaricabarile: tutti che pontificano e dichiarano, pochi che decidono, nessuno che si assuma mai una sacrosanta responsabilità. Siamo un Paese di affabulatori e predicatori, di pavidi dalla coda di paglia buoni solo a dar fiato alla bocca”. Lo rileva il giornalista e saggista Maurizio Scandurra nella sua opinione quotidiana ad Agenpress.
Che intercede, chiedendo snellezza e rapidità d’interventi a favore delle PMI in difficoltà: “L’Italia è in ginocchio, mentre la burocrazia in forma. Il divide et impera tuttora in corso fra Abi, banche e Stato circa il ‘Decreto Liquidità’, il tam tam di circolari, botta e risposta, dubbi e perplessità affonda e sprofonda in inutili lungaggini il diritto inalienabile degli imprenditori in crisi di poter arrivare a Natale e all’anno nuovo ancora con un lavoro e aziende quantomeno un minimo operative”, spiega.
Per poi riprendere: “E’ impensabile pensare e pretendere di gestire situazioni straordinarie con ordinarie procedure e modalità, anche nell’erogazione del credito. Il denaro alle PMI va accreditato subito in modo agile, snello, evitando di perdersi in discorsi inutili che avrebbero ragion d’essere soltanto in tempi normali. Quindi al bando, per il bene del Paese, almeno in questa fase e sino a fine anno codici e procedure che rischiano di far saltare definitivamente il banco dell’economia nazionale e la tenuta sociale del Paese”, afferma Scandurra.
Sul tema interviene anche l’Avvocato Crozza, penalista ed esperto in diritto bancario e gestione delle crisi d’impresa: “E’ opportuno che gli istituti di credito concedano liquidità immediata, bypassando tutti gli step che avrebbero invece ragion d’essere in un normale contesto. Come ha rilevato sul quotidiano ‘Libero’ anche il giornalista economico Francesco Specchia, le banche sono state messe sull’attenti dai loro legali circa certi rischi anche di natura penale in cui potrebbero incorrere qualora concedessero credito e fiducia a realtà d’impresa di dubbia natura e con potenziali collegamenti alla criminalità organizzata. Occorre dunque, per salvare economia e mercato interno, prevedere subito a livello legislativo uno scudo penale immediato del tutto eccezionale per questo genere di operatività finanziaria. Una misura che non può però giustamente valere in casi di malafede e truffaldini”, conclude il noto legale.