Oltraggio di Conte a Regeni, vende due fregate all’Egitto. La famiglia: il governo ci ha tradito

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Agenpress – L’Italia vende due fregate all’Egitto e la sinistra insorge. Tanto che la commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni chiede di sentire il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il governo, infatti, ha dato il via libera a Fincantieri per vendere le due navi da guerra all’Egitto.

Si tratta della Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi: una commessa da oltre 1 miliardo di euro, che però potrebbe fare parte di un accordo ancora più grande. Anche se non ci sono ancora informazioni ufficiali a riguardo, l’Italia potrebbe presto vendere ingenti forniture militari alle forze armate egiziane, tra velivoli, caccia e altre fregate, per un valore compreso tra i 9 e gli 11 miliardi di euro. La prima intesa sarebbe arrivata dopo la telefonata tra Giuseppe Conte e il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi.

“Alla luce degli ultimi rilevanti sviluppi in ordine alle relazioni bilaterali italo-egiziane – fa sapere il presidente della commissione Erasmo Palazzotto – l’Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Morte di Giulio Regeni ha deliberato all’unanimità di procedere ad audire urgentemente il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte anche in relazione alla sua recente interlocuzione diretta con il Presidente della Repubblica Araba d’Egitto Abdel Fattah Al-Sisi. L’Ufficio di Presidenza riunitosi in via straordinaria in data odierna, cancellando l’audizione già programmata, ha altresì concordato di considerare l’audizione del Presidente del Consiglio dei Ministri preliminare, sotto il profilo politico ed istituzionale, al proseguimento di ogni altra attività di indagine”.

Anche la Rete italiana per il disarmo è intervenuta sulla questione, definendo l’ultima commessa come “oltraggiosa nei confronti della memoria di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano barbaramente assassinato in Egitto e sulla cui morte le autorità egiziane non hanno mai contribuito a fare chiarezza, ma anche nei confronti di tutti coloro – oppositori politici, sindacalisti, giornalisti, difensori dei diritti umani – che vengono perseguitati perché non sono graditi al regime imposto dal generale al-Sisi, come dimostra anche il caso di Patrick Zaki”

La notizia della vendita delle fregate ha, inevitabilmente, sconvolto i genitori di Giulio che fino a questo momento non si erano mai sottratti agli incontri con il presidente Conte, il ministro Di Maio e gli esponenti dell’esecutivo, certi di trovare una sponda reale per arrivare alla verità sulla morte di loro figlio. “E invece ora questo governo – dicono  Paola e Claudio, insieme con il loro legale Alessandra Ballerini – ci ha traditi”. Si sentono presi in giro, anche perché ancora domenica, nel comunicare la telefonata con Sisi, Conte ha detto (è la dodicesima volta da quando è premier) di aver “ribadito la collaborazione giudiziaria nel caso Giulio Regeni” (lo stesso non ha fatto Sisi: nei dispacci egiziani il nome di Giulio non c’era).

“Ci sentiamo traditi. Ma anche offesi e indignati dall’uso che si fa di Giulio” dice ancora la famiglia Regeni. “Perché ogni volta che si chiude un accordo commerciale con l’Egitto, ogni volta che si certifica che quello di Al Sisi è un governo amico, tirano in ballo il nome di Giulio come a volersi lavare la coscienza. No, così non ci stiamo più”.

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