Agenpress – La Cina approva la legge sulla sicurezza nazionale tarata per Hong Kong: lo riportano i media dell’ex colonia britannica, riferendo i lavori del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo, ramo legislativo del parlamento di Pechino. Il voto, secondo Cable Tv, è maturato all’unanimità. La mossa, che ha causato la dura opposizione di Usa, Ue e Gran Bratagna, è vista come una stretta all’ampia autonomia di Hong Kong prevista al momento del passaggio della città dalla sovranità di Londra a quella di Pechino.
La nuova legge punisce i reati di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze esterne, prevedendo pene diverse in base all’offesa (3, 5 e 10 anni di reclusione) fino all’ergastolo. Secondo l’emittente pubblica Rthk, i sospettati potranno essere trasferiti in Cina per un processo con il consenso del leader di Hong Kong, mentre la retroattività delle norme potrà scattare nella raccolta di prove contro coloro che infrangeranno la legge dal primo luglio.
La Cina ha affermato che la nuova legge prenderà di mira solo un piccolo gruppo di persone, avendo lo scopo di colpire separatismo, sovversione, terrorismo e interferenze straniere e puntando a riportare l’ordine a Hong Kong dopo un anno di aspri e violenti scontri. Per i critici, invece, la mossa di Pechino, decisa scavalcando in pieno il parlamentino locale, darà un forte colpo alla città sia per lo status di hub finanziario sia sul fronte delle libertà politiche e di espressione.
L’attivista pro-democratico di Hong Kong, Joshua Wong, ha annunciato la sua decisione di lasciare il movimento di cui fa parte, Demosisto, di cui era fino a oggi segretario generale e il volto più noto. “Se la mia voce non sarà ascoltata presto”, ha scritto su Twitter a commento della sua decisione avvenuta a poche ore dalla notizia dell’approvazione di Pechino alla legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, “spero che la comunità internazionale continui a fare sentire la propria per Hong Kong e faccia sforzi concreti per difendere il nostro ultimo briciolo di libertà”.
La legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina “segna la fine della Hong Kong che il mondo conosceva. Con poteri spazzati via e una legge indefinita, la citta’ diventera’ uno stato di polizia segreta”, ha scritto su Twitter Joshua Wong. Il suo gruppo Demosisto è finito nel mirino del governo di Pechino per le campagne pro suffragio universale e la richiesta di sanzioni contro gli abusi sui diritti della Cina.
“D’ora in poi, Hong Kong entra in una nuova era di regno del terrore, proprio come nel periodo del terrore bianco di Taiwan, con procedimenti arbitrari, prigioni nere, processi segreti, confessioni forzate, repressioni dei media e censura politica”, ha proseguito Wong, precisando che gli oppositori “ora affrontano alte possibilità di essere estradati nei tribunali cinesi per processi e ergastoli ma continueremo a lottare per le nostre libertà e democrazia per le prossime generazioni della città. Quando la giustizia fallisce, la nostra lotta continua”.