Agenpress – “Un gesto barbaro, inaccettabile, mostruoso, quello della persona che a Campiglia Marittima (Livorno) ha catturato e arrostito un gatto. Credo di interpretare il sentimento di milioni di italiani, che amano e rispettano gli animali, se dico che non vogliamo vedere scene crudeli come queste né tollerare gli effetti di un’immigrazione senza regole. E’ un orrore, che sarebbe più facile punire se nel nostro Paese fosse esplicitamente vietato il consumo della carne di cane e di gatto”.
Così Michela Vittoria Brambilla.
“Ci sono dunque due ottime ragioni per approvare presto la mia proposta di legge che introduce in Italia il divieto di macellazione, di commercio e di consumo della carne di cane e di gatto. La prima è resa evidente da ciò che è accaduto a Campiglia e documentato dal video che gira su Facebook. Per un modo sbagliato di gestire l’immigrazione, e per l’incapacità di far rispettare regole di base, capita che una persona, di cultura evidentemente diversa dalla nostra (e non aggiungo altro), possa catturare e arrostire un gatto sulla pubblica via, sotto gli occhi dei passanti, probabilmente cavandosela con poco. Il degrado assume forme diverse, e riguarda aspetti diversi della convivenza civile, ma ormai è tutto intorno a noi. Ne porta la responsabilità primaria chi ha consentito un’immigrazione disordinata, senza regole, senza strumenti adeguati per garantire l’integrazione e la sicurezza di tutti”.
“La seconda ragione è quella che ho già citato parlando del famigerato festival della carne di cane di Yulin in Cina (che si conclude oggi): introdurre un divieto esplicito di macellazione, di commercio e di consumo della carne di cane e di gatt con opportune sanzioni penali è necessario non solo per riconoscere compiutamente il ruolo che questi animali d’affezione hanno assunto nella nostra società ma per contribuire ad affermare tale principio a livello internazionale. E’ precisamente la strada intrapresa da altri Paesi europei o di cultura occidentale che sostengono in questo modo la battaglia condotta dalle associazioni di protezione animale soprattutto in Estremo Oriente. Il divieto esiste già in Austria e in Germania ed è stato introdotto il 18 dicembre 2018 negli Stati Uniti dal presidente Trump”.