AgenPress. Ancora una volta, l’Italia è ultima, tra tutti i paesi dell’Unione Europea, nella classifica di crescita dell’economia. Stando alle ultime stime fornite oggi dalla Commissione Europea nelle sue Previsioni d’estate, infatti, il tasso di crescita del Pil italiano dovrebbe essere pari quest’anno al -11,2%, il dato peggiore dell’intera Eurozona, che in media registrerà una contrazione del -8,1%.

La stima è stata quindi rivista al ribasso rispetto a quella di maggio (-9,5%). Anche per quanto riguarda la crescita relativa al 2021, la Commissione ha tagliato la stima al 6,1%, dal precedente 6,5%. Tanto per fare un paragone, la recessione italiana è quasi doppia rispetto a quella della Germania (-6,3%). Il ritorno della crescita ai livelli del 2019 è previsto solo alla fine del 2021. “Le prospettive di crescita rimangono soggette a rischi al ribasso.

Una prolungata recessione del mercato del lavoro una volta scadute le misure di emergenza e la riduzione della fiducia dei consumatori potrebbero frenare la prevista ripresa”, si legge nel documento. Tra gli altri effetti collaterali di questa revisione al ribasso delle stime c’è la revisione, questa volta al rialzo, dei rapporti deficit/Pil e debito/Pil, con il secondo che potrebbe attestarsi quest’anno alla cifra record del 170,0%”.

A lanciare l’allarme occupazione ci ha pensato invece l’OCSE. L’istituzione di Parigi ha infatti stimato che il tasso di disoccupazione italiano potrebbe salire nel 2020 al 12,4%, per poi scendere gradualmente all′11,0% entro la fine del 2021. L’impatto della crisi sull’Italia è stato tra i più forti nei paesi Ocse per i quali sono disponibili dati, con un calo del totale delle ore lavorate del -28,0% nei primi tre mesi della crisi.

L’Italia deve “agire rapidamente per aiutare i propri giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro, per esempio riprendendo e rinnovando significativamente il programma Garanzia giovani” scrive l’Ocse consigliando “incentivi all’assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, possono contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro”.

“I servizi pubblici e privati per l’impiego – ha proseguito l’Ocse – devono prepararsi a un aumento della domanda dei loro servizi, dotandosi degli strumenti necessari, a partire da un maggiore e migliore uso dei servizi digitali. Programmi di formazione online e offline possono aiutare le persone in cerca di lavoro e i lavoratori in cassa integrazione a trovare lavoro nei settori e nelle occupazioni relativamente più richiesti e a contrastare il rischio di disoccupazione di lungo periodo. Incentivi all’assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, possono contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro.

E’ quanto dichiara, in una nota Renato Brunetta responsabile economico di Forza Italia.